Brescia, 5 dicembre 2013 - Il Tar del Lazio riaccende le speranze delle famiglie bresciane che chiedono l’accesso alle cure compassionevoli con metodo Stamina. I giudici hanno sospeso il decreto di nomina della commissione scelta dal ministero della Salute. Di conseguenza è sospeso anche il parere contrario alla sperimentazione.

Dopo tante docce fredde, anche a Brescia il clima è di festa. «Non ce lo aspettavamo -  racconta Cristina Polvara, mamma di Nicola, bimbo affetto da Sma1 - da qui a dire che le cose ora andranno bene ce ne vuole, ma è uno spiraglio. È  giusto per i malati e per le famiglie avviare la sperimentazione. All’effetto placebo non credo: se i genitori continuano a portare i figli a Brescia da tutta Italia, lo fanno perché vedono dei miglioramenti».

Il Tar ha confermato i dubbi manifestati non solo dallo stesso Davide Vannoni, ma anche da famiglie e sostenitori. «Abbiamo sempre detto che i commissari scelti per il comitato non erano parziali - ricorda Vittorio Pedris, papà di Aurora -. Non si sono mai degnati di vedere i bambini o le cartelle cliniche. Su che base hanno deciso che la sperimentazione non si doveva fare?». Anche ad Aurora, il Tribunale ha detto no. «Stavamo aspettando giusto la decisione del Tar - spiega Vittorio - per presentare un nuovo ricorso».

Sabato  le famiglie scenderanno in piazza Duomo a Brescia per una fiaccolata della speranza pro Stamina, con partenza alle 16,30. «Ci saremo anche noi», commenta Mauro Debortoli, papà di Valeria. Anche a loro il tribunale ha detto no, ma la famiglia è pronta a riprendere la battaglia. «La decisione del Tar riaccende la speranza per un verdetto diverso». Un po’ meno entusiasta Fabiana Tallarita, mamma di Chantal. La piccola, dopo aver incassato tre no da Brescia, aveva ottenuto un sì da Monza, dove la famiglia aveva spostato la residenza ed era stata inserita in lista d’attesa. Due settimane fa, è arrivato però un nuovo no dal Tribunale di Bergamo, dopo il ricorso dell’ospedale. «Sono demoralizzata - commenta Fabiana, che aveva ricevuto una telefonata anche dal papa -  la notizia è positiva, spero cambi qualcosa».

di Federica Pacella