Bedizzole (Brescia), 8 settembre 2013 - Quel volo. Il primo subito dopo la morte di Marilia Rodrigues Silva Martins. Uno degli ultimi voli che Claudio Grigoletto compie da uomo libero, in decollo dall’aviosuperficie di Bedizzole. Con un compagno di volo, Stefano Caprioli, 40 anni, bergamasco, commercialista con studio a Montichiari. Quello di giovedì scorso sarebbe stato per Caprioli il test finale prima di mettersi da solo ai comandi del P200, l’aereo che Grigoletto utilizzava per gli allievi della sua scuola di volo. E adesso il commercialista ripete più volte la parola «sconvolto» per sintetizzare il suo stato d’animo di questi giorni.

Come ricorda il pomeriggio del 29 agosto?
«Un pomeriggio nella norma. Il volo era previsto fra le 18 e le 19. Grigoletto mi aveva avvertito che avrebbe ritardato di un quarto d’ora. Mi sono fatto trovare al campo alle 18.15 e lui era appena arrivato. Almeno così mi ha fatto capire, tanto che l’aereo era ancora nell’hangar e i tecnici hanno detto a me di sistemarlo».
 

E Grigoletto?
«È uscito dall’ufficio. Ha fatto i controlli pre-volo. Siamo saliti. Una giornata normale».
 

Come le è parso?
«Tranquillo. Preciso come al solito. Una volta mi ha corretto perché arrivavo troppo lento nella fase finale dell’atterraggio. Era un volo impegnativo, un “touch and go”, atterraggi e decolli, atterraggi e decolli senza mai arrestare l’aereo».
 

Perché tanta meticolosità?
«L’aereo era cambiato. Io non volavo da tempo. Il giorno dopo Grigoletto mi avrebbe consegnato le chiavi perché volassi da solo. Per questo la prova è stata tanto impegnativa, senza mai una fase di crociera. In questi casi si deve essere assolutamente concentrati».
 

A parte i dialoghi di servizio, con Grigoletto avete parlato, scherzato?
«Ha scherzato nella fase di riscaldamento dei motori. Mi ha avvisato di non volare su una certa casa perché il proprietario si era lamentato del rumore».
 

Ha notato se Grigoletto fosse ferito?
«Mi è capitato di guardarlo qualche volta. Non ho notato proprio nulla. Non aveva ferite».
 

Parlava di Marilia?
«Per motivi di lavoro, come la sua segretaria che seguiva soprattutto gli impegni con il Brasile».
 

E della sua famiglia?
«Una volta mi ha chiesto cosa aspettassi, a quarant’anni, ad avere un figlio. “Io sono più giovane di te e sto aspettando il secondo”, mi disse. Non ha mai parlato del figlio di Marilia».
 

Che tipo era Grigoletto?«Ispirava fiducia. Anche quando le sparava un po’ grosse, come quando millantava i suoi trascorsi di pilota di caccia».'.