Los Roques, 20 gennaio 2013 - Al miracolo di ritrovarli in vita credono solo i familiari. Il presidente dell’Istituto Nazionale dell’Aeronatica Civile del Venezuela ha dichiarato senza lasciare nessuna speranza che il Britten Norman scomparso il 4 gennaio nel volo tra Los Roques e l’aeroporto internazionale di Caracas è affondato in mare. Quindici giorni dopo la scomparsa del bimotore sul quale viaggiavano Vittorio Missoni, Maurizia Castiglioni, Elda Scalvenzi e Guido Foresti, il dirigente dell’Inac venezuelano Francisco Paz Fleitas ha spiegato la dinamica dell’incidente rilevata dai radar dando infine ragione al pescatore dell’arcipelago naturalistico di fronte alle coste di Caracas che vide il velivolo cadere a picco vicino alla barriera corallina. Così è appunto andata secondo Paz Fleitas: «L’ultima lettura del radar di Maiquetià, indicherebbero che l’aeronave con matricola YV2615 ha perso quota all’improvviso prercipitando nel mare».
 

Il bimotore ai cui comandi c’era il capitano 72enne Hernan Marchan, è decollato alle 11 e 32 di quel venerdì 4 gennaio dalla corta pista di Gran Roque con il copilota e i 4 passeggeri italiani a bordo. «L’aereo - ha riferito il presidente Inac alle televisioni e alla stampa venezuelana - era a 5500 piedi d’altezza, però per quanto si può osservare dal radar, si deduce che ha perso più di 1000 piedi di quota in un minuto. Ha anche perso velocità passando dai 120 nodi a 20 nodi. A 20 nodi, che è l’ultima lettura di cui si dispone - quell’aereo non può sostenersi».


Paolo Serpi, ambasciatore italiano in Venezuela, si era già pronuciato scartando l’ipotesi del sequestro dell’impresario della moda e aveva dichiarato che «non possiamo essere certi di quello che è successo ma è chiaro che l’ipotesi principale è quella dell’incidente. L’ambasciatore, che ha accompagnato Luca Missoni (il fratello di Vittorio giunto a Los Roques l’8 gennaio) nella ricognizione per la ricerca dell’aereo, ha detto di «pensare con in piedi per terra» e ha confermato il suo appoggio e la fiducia nelle autorità venezuelane che stanno cercando il bimotore e i suoi sei occupanti. Paolo Serpi ha aggiunto che «il suo paese (l’Italia, ndr) non raccomanderà ai suoi cittadini di non visitare Los Roques. L’affluenza turistica è grande e quello che è successo al bimotore Britten Norman è qualcosa di naturale».


Le polemiche sui giornali venezuelani non si sono fatte attendere. Da molti anni si dibatte sulla sicurezza del volo da Caracas verso le isole, mete turistiche degli stessi venzuelani e nessuno riesce a vedere qualcosa di «naturale» nell’ennesimo aereo inabissatosi nel mar dei Caraibi. L’ ipotesi dell’incidente resta quello dello spegnimento improvviso di entrambi i motori per assenza di carburante senza dare la possibilità di planare sull’acqua. E non mancano nemmeno le ipotesi di dolo: il carburante potrebbe essere stato rubato e lo strumento rilevatore manomesso. Diversi piloti comunque non accettano la versione ufficiale dell’Inac: «Nessun radar può rilevare una velocità a venti nodi».
Le ricerche proseguiranno ancora per una settimana.
 

bruna.bianchi@ilgiorno.net