Brescia, 16 dicembre 2012 - Mancano ormai poche ore all’appuntamento che tutti vorrebbero evitare. Domani scadono i termini per versare il saldo dell’Imu per il 2012. Un balzello che è certo rovinerà il Natale di tante famiglie. E non andrà bene nemmeno alle aziende bresciane. Lo sottolinea uno studio Confartigianato. «Le imprese bresciane – dichiara il presidente di Confartigianato Imprese Unione di Brescia Eugenio Massetti – subiscono la tassazione immobiliare più elevata dell’intera regione, una situazione inaccettabile che ne mette a rischio il futuro». Per i 25 Comuni della provincia di Brescia presi in esame l’aliquota media si attesta sul 10,1 per mille, a livello regionale l’aliquota media è del 9,6 per mille. Davanti a tutti il capoluogo e Edolo dove le aliquote medie sugli immobili produttivi raggiungono il 10,6 per mille.

 

Il risultato colloca Brescia e Edolo anche al non invidiabile primo posto a livello regionale. Scorrendo poi lo studio si osserva ad esempio come Manerba del Garda, Mura, Ossimo, Sirmione, Toscolano Maderno e Tremosine si attestano sull’aliquota base del 7,6 per mille mentre Ponte di Legno, Angolo Terme e Vezza d’Oglio applicano un’aliquota Imu sugli immobili d’impresa più bassa rispetto al minimo, rispettivamente del 6, 6,7 e 7,4 per mille. Per Eugenio Massetti la spiegazione di questa disparità è semplice. «Guardando ai cosiddetti Comuni minori si evince chiaramente quanto lì si cerchi di tutelare di più le attività produttive presenti nel territorio di competenza, favorite in questo sia dalla minore distanza che intercorre tra amministratori ed amministrati sia dalla maggiore presenza di realtà artigianali».

 

Con le già gravi difficoltà che incontrano le imprese artigiane che operano in provincia l’Imu rischia di dare il colpo di grazia a molte di queste. Ne è convinto anche Massetti che rinnova il suo appello alle istituzioni. «Alla luce di questi dati – osserva il numero uno dell’associazione di categoria – torniamo a chiedere con ancora maggior convinzione e forza ai sindaci di prendere in attenta considerazione la possibilità di ridurre il peso dell’Imu per il 2013. Una richiesta che si basa, come abbiamo sostenuto in diverse occasioni, sul fatto che la sede di un’azienda rappresenta spesso la prima casa degli imprenditori e dei lavoratori e non è stata certo realizzata per mera speculazione edilizia ma per produrre».

 

di Paolo Cittadini