Brescia, 18 novembre 2012 -Venerdì sera, sono solo le 21 ma è già impossibile trovare un parcheggio intorno al Carmine. Una processione di auto vaga alla ricerca di un posto libero, qualcuno si inventa soste azzardate sui marciapiedi. Viste le premesse, l’aspettativa è di trovare via Fratelli Bandiera, cuore della movida della discordia, già trasformata in una bolgia infernale. Invece, alle 21,30, per strada non c’è quasi nessuno.Sono tutti a cena nei ristoranti, al Carmine ci arriveranno più tardi. Verso le 22 iniziano infatti a vedere gruppetti di ragazze “in tiro”. Qualche residente si affaccia alla finestra, lancia uno sguardo che è un misto di sfida e disappunto, e abbassa la tapparella.

Agenti della polizia locale passano ripetutamente. I locali iniziano a riempirsi, molti giovani sono ammassati ai banconi; altri, nonostante il freddo, preferiscono sostare all’esterno. Pian piano la via prende vita, ma in modo tutto sommato ordinato. Niente musica da far tremare i muri, niente urla da corrida. Gli avventori, almeno ad una prima occhiata, non sono adolescenti esuberanti, la media è piuttosto di 25-35 anni. «Il Carmine – spiega Beppe Spera, titolare del locale La casa del popolo è sempre stato un quartiere popolare e popolato. Prima c’erano gli artigiani, oggi ci sono i giovani. Oltre a lavorarci, io qui ci abito anche, e mi fa piacere vedere i ragazzi per strada. E poi si tratta di due o tre ore il venerdì e il sabato». Il problema pulizia è stato risolto, visto che alle 2 passano gli addetti a eliminare i segni della nottata.


Il popolo della notte, insomma, non ci sta ad essere accusato di inciviltà, o addirittura essere additato come responsabile della svalutazione degli immobili del quartiere, come lamentato da alcuni residenti.
«Non si può far di tutta l’erba un fascio – commenta Stefania Secondi – se c’è qualcuno che ogni tanto eccede e manca di rispetto, non vuol dire che siamo tutti così. Credo che il problema sia che a Brescia manchi la cultura del divertimento». Rispetto ad altri luoghi della movida, il Carmine piace perché c’è un clima informale, rilassato. «Non è come piazzale Arnaldo – aggiunge Barbara Dolci – dove vanno quelli che vogliono mettersi in mostra. Qui è tutto molto più spontaneo, e a Brescia mancava un posto così».


Sostare per strada a bere fa parte del divertimento, un’imitazione più raffinata del botellòn spagnolo, ovvero la moda di bere e suonare per le vie del centro praticata dalla gioventù spagnola.
«Questa del Carmine non è movida – conclude Spera – è solo aggregazione, e non fa male a nessuno».

di Federica Pacella