Brescia, 8 novembre 2012 - Tre fratelli napoletani sono stati arrestati dai carabinieri del comando provinciale di Brescia perchè ritenuti responsabili dell’omicidio di Gioacchino Lombardo, 51 anni, commesso il 2 luglio 2003 a Bereguardo, nel Pavese. I militari hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Pavia a Rozzano, Sesto San Giovanni e Savona.

 

LA VICENDA - Secondo l'accusa, nel pomeriggio del 2 luglio 2003 i tre arrestati, in un’abitazione del Villaggio Prealpino a Brescia, avevano picchiato violentemente Lombardo, fratturandogli le ossa nasali ed il cranio, ‘incaprettandolo’ con del filo elettrico e trasportandolo poi ancora vivo nelle campagne di Pavia nel bagagliaio dell’auto, a causa di una donna contesa, una romena che proprio la vittima aveva portato in Italia. Il mezzo venne poi  incendiato, provocando la morte dell'uomo. Secondo gli esami autoptici, il 51enne morì soffocato dal fumo e il suo cadavere finì carbonizzato.

 

IL PROCESSO  - I fratelli Palumbo furono condannati nel 2010 insieme con il figlio della vittima, Vincenzo, per, a vario titolo, tentato omicidio, omicidio colposo e incendio doloso, ma in Appello, quest'anno, i giudici avevano annullato le condanne. Da lì si ripartì dalle indagini preliminari. A Pavia. Una fase che ha richiesto di sentire nuovamente sia i fratelli Palumbo (hanno scelto il silenzio) che Lombardo (il quale ha confermato la sua ricostruzione). È a questo punto che sarebbe scattata l'ordinanza di custodia cautelare per omicidio volontario a carico dei fratelli PalumboLe indagini, coordinate dalla Procura di Pavia, hanno consentito dopo nove anni di chiudere il cerchio sugli autori del delitto.