Brescia, 18 luglio 2012 - La notizia del sequestro di Green Hill sta suscitando gli entusiasmi della comunità ambientalista e animalista italiana. Gli accertamenti in corso sulla struttura di Montichiari sono originati ''da una denuncia di Lav e Legambiente'', si legge in una nota propria della Lega antivivisezione: ''Grazie agli atti presentati dalle due associazioni - sottolinea Gianluca Felicetti, presidente della Lav - e' stata finalmente riaperta l'inchiesta giudiziaria sulle modalita' di detenzione degli animali nella megastruttura''.''Ci auguriamo -aggiunge- che gli accertamenti in corso, disposti dalla Procura, possano fare luce, definitivamente, sulle reali condizioni di vita degli animali rinchiusi".

LAV: "ORA L'OK DEL SENATO A LEGGE ANTIVIVISEZIONE" - Michela Kuan, biologa, responsabile Lav settore vivisezione, aggiunge: ''Speriamo che questi nuovi sviluppi mostrino chiaramente gli orrori della vivisezione e portino in primo piano le ragioni scientifiche ed etiche di chi la combatte, un atto importante in un contesto finora considerato intoccabile come la sperimentazione animale''. Lav fa notare che né l'attuale legge nazionale né la direttiva europea pongono reali vincoli al ricorso agli animali, "quasi 900mila l'anno in 600 strutture pubbliche e private solo in Italia". Kuan aggiunge "Piu' dell'86% degli italiani sia contrario alla vivisezione'', In questi mesi e' all'esame del Senato l'articolo 14 delle Legge Comunitaria, gia' approvata dalla Camera, che vieterebbe l'allevamento di cani, gatti e primati non umani per la sperimentazione, imporrebbe l'obbligo di anestesia e analgesia per i test e, vietando le esercitazioni belliche e didattiche con animali, sosterrebbe concretamente il ricorso ai metodi sostituivi della vivisezione.

LEGAMBIENTE: "ESPOSTO ATTO DOVUTO" - ''Siamo davvero felici di aver contribuito a porre fine alla barbarie di Green Hill": è il commento di Stefano Ciafani, vice presidente di Legambiente. "L'esposto era un atto dovuto - aggiunge Ciafani -, scaturito dalle notizie che il nostro avvocato David Zanforlini ci ha riferito a seguito di un suo accesso alla struttura per le indagini difensive. E' emerso uno scenario drammatico: una fabbrica di dolore e sofferenza inaccettabile. Abbiamo deciso così di usare gli strumenti che una società democratica consente, cioè la via giudiziaria".

"La nostra azione - aggiunge David Zanforlini, avvocato del Centro di azione giuridica di Legambiente - dimostra
l'insufficienza del controllo amministrativo e l'opportunità, riconosciuta anche dalla nuova direttiva comunitaria 2010\63 di controlli effettuati anche senza preavviso". Zanforlini annuncia che Legambiente seguirà "gli sviluppi dell'indagine offrendo tutto il supporto tecnico scientifico a nostra disposizione". 

ENPA: "CHIUDERE GREEN HILL E SIMILI" - "Chiudere finalmente Green Hill e gli altri allevamenti per la sperimentazione, presenti nel nostro Paese": lo chiede l`Ente nazionale protezione animali. "Le indagini presso la struttura - dichiara il presidente nazionale Carla Rocchi - stanno gettando un`ombra pesante sulle attività dell`allevamento. Green Hill dovrebbe essere chiuso una volta per tutte nel caso in cui gli inquirenti dovessero confermare la violazione di norme di legge".

FERMARE GREEN HILL: "NON AFFIDARE I CANI ALL'AZIENDA" - "'Per il bene dei 2.500 cani dell'allevamento, chiediamo che almeno la custodia giudiziaria dei beagle non venga affidata all'azienda e neppure ad una delle tante realta' improvvisate che sono nate negli ultimi mesi''. E' l'appello lanciato dal Coordinamento fermare Green Hill. ''Abbiamo individuato l'associazione 'Vita da cani' che, a livello nazionale, si occupa della riabilitazione dei cani da laboratorio - spiegano dal Coordinamento. - Una realta' che sarebbe in grado di accudire i beagle di Green Hill''. 

GARANTE DEGLI ANIMALI DI MILANO: "BEL SEGNALE" -  Per Valerio Pocar, Garante per gli animali del Comune di Milano e sociologo, il sequestro dell'azienda Green Hill è ''un bel segnale da parte delle istituzioni''.

OIPA: "NOVE MESI FA STESSA DENUNCIA, MA INASCOLTATA" - Le guardie zoofile dell'Oipa, l'Organizzazione Internazionale Protezione Animali, nove mesi fa avevano già constatato le irregolarità che hanno portato all'odierno sequestro di Green Hill. "Era stata depositata un'istanza di chiusura, finora inascoltata" scrive l'associazione. E fu proprio la Procura della Repubblica di Brescia ad autorizzare le guardie zoofile Oipa ad eseguire quell'ispezione della struttura, il 30 settembre 2011.