Brescia, 13 gennaio 2012 - Sono quasi le 10, manca ancora qualche minuto all'orario di apertura, ma fuori ci sono già tanti clienti che attendono. Non vogliono lasciarsi sfuggire le ultime occasioni, perché sanno che molti dei pezzi esposti sono unici. Di questi tempi le code non si formano più solo davanti all'ultimo store della Apple; capita che, in un giovedì mattina qualunque, tanti clienti si mettano in fila davanti alle vetrine di "Spigolandia", negozio dell'usato della cooperativa Cauto. Un negozio dove il risparmio va a braccetto con ecologia e fa tendenza.

«Ci vengo spesso, almeno una volta a settimana - racconta Rachele Martinelli, cuoca di professione - perché ci trovo sempre tante cose utili, dall'abbigliamento ai pezzi per la casa fino ai libri. Poi, con un po' di creatività, cerco di personalizzare quello che acquisto, con risultati sempre soddisfacenti».

Il segreto del successo è in realtà un insieme di fattori. In primis, il risparmio. Negli oltre 600 metri quadri di negozio, si possono trovare mobili a poco più di 100 euro, maglioni a 5, oggetti di elettronica a poche decine di euro.

«Si risparmia davvero tanto - commenta Patricia Urquizo - inoltre, spendo più volentieri sapendo che i soldi saranno reinvestiti in progetti della cooperativa per aiutare altre persone». Il secondo ingrediente del successo è la qualità. «I prodotti proposti sono di buona fattura - commenta Tiziana Coccoli, che si diverte a curiosare tra i cappotti a 15 euro - magari non essendo un negozio specializzato, non si trovano tutte le taglie, ma se uno se la cava con ago e filo, riesce a vestirsi bene con poco».

C'è poi l'ingrediente dell'ecologia. «Mi piace la filosofia del negozio - spiega Maurizio Smecca - che si basa sul riutilizzo di cose usate. Credo che un po' per la crisi economica, un po' per le problematiche legate all'ambiente, l'usato sarà la strada del futuro».

La molla che spinge i consumatori a entrare la prima volta in un negozio come Spigolandia è però soprattutto la curiosità. «Sono entrato per vedere cosa propongono - racconta Giancarlo Castellini - volevo curiosare tra i mobili antichi. So che molti vengono qui, anche la cosiddetta gente "facoltosa"».