Brescia, 9 settembre 2011 - L'ex sindaco Paolo Corsini dovrà mettere mano al portafoglio per risarcire le casse del Comune? Si vedrà. Per ora c’è una segnalazione della segreteria generale del Comune di Brescia alla Corte dei conti, una lettera “per avere chiarimenti” in merito alle spese sostenute dalla giunta di centrosinistra e per chiedere di verificare se quelle spese possano costituire un danno erariale di cui il Comune debba essere rimborsato.
Un’iniziativa istituzionale che la segreteria generale ha deciso in piena autonomia, senza neppure informare il sindaco Adriano Paroli. «Un’iniziativa doverosa», si fa notare negli uffici di palazzo Loggia, perché in caso contrario si sarebbe potuta configurare l’omissione di controllo.
 

 

Tutto è cominciato poco prima dell’estate, quando, conclusa con l’archiviazione l’inchiesta della Procura sulle carte di credito usate dalla giunta Paroli e archiviata quella della Corte dei conti dopo che il sindaco aveva estinto il debito pagando 49mila euro, alla segreteria generale è arrivata, da parte di un amministratore locale, la richiesta di presa visione della documentazione relativa alle spese sostenute dalla giunta Corsini nel 2007.


Il materiale, fatture, ricevute
, un malloppo alto una trentina di centimetri, prima di passare nelle mani di chi l’aveva richiesto è stato ovviamente esaminato dai funzionari. E una cosa è balzata all’occhio, la somiglianza con le spese di rappresentanza della giunta in carica di centrodestra che la Corte dei conti aveva censurato e che aveva fatto finire nella bufera il sindaco Adriano Paroli e gli assessori.Per la giunta Paroli si era trattato di carte di credito, per Corsini e i suoi, che delle carte di credito avevano fatto un uso limitato (le usavano solo sindaco, vicesindaco e un funzionario) si tratta di “buoni economali”, insomma di ricevute.

 

Ma la segreteria generale ha verificato che anche nel 2007 le spese di rappresentanza non erano giustificate, per rimborsare il conto al ristorante bastava come pezza d’appoggio la motivazione “ospiti del sindaco”.
Come al ristorante di via Beccaria, in città, il 19 novembre del 2007, tre coperti, pesce crudo, 4 ostriche a testa, trenette crostacei, sorbetto, una bottiglia di Bellavista, un conto di 240,50 euro per “ospiti del sindaco”. Oppure “pranzo istituzionale”, niente nomi o qualifiche, il 22 marzo del 2007 “Al Frate” 6 coperti, 148,70 euro.
 

 

Un dato che era emerso anche nell’inchiesta sulle carte di credito dalle dichiarazioni di alcuni funzionari di palazzo Loggia, che non avevano però avutto seguito. Adesso la maledizione delle carte credito si ritorce contro il Pd che aveva fatto scoppiare il caso? «Non ho scheletri nell’armadio», aveva dichiarato l’ex sindaco Corsini oggi deputato dopo che il gruppo consiliare del suo partito aveva accusato la giunta Paroli di aver sperperato soldi pubblici. Era il gennaio del 2010, la polemica politica è poi continuata con toni molto aspri. E promette di riaprirsi.