Brescia, 31 marzo 2011 - Carcere per 10 mesi e arresti domiciliari per altri 12. Poi l'assoluzione. Una ingiusta detenzione che che lo Stato dovrà risarcire con 300mila euro a testa per ciascuna delle tre persone prosciolte dalle accuse. La vicenda risale al 2003 quando la Procura di Brescia indagò 12 persone per pedofilia all'asilo comunale Sorelli di Brescia. Vennero rinviati a processo 8 persone : un sacerdote, sei maestre e un bidello. In primo grado, a tutti e otto vennero contestati, complessivamente, abusi su 23 bambini.
 

Il pm Roberta Licci aveva chiesto la condanna complessiva, di 125 anni di carcere ma la sentenza d'assoluzione, per tutti, giunse il 6 aprile del 2006, dopo undici giorni di camera di consiglio. A fine marzo del 2009 la Corte d'Appello confermo' le assoluzioni e nel maggio dello scorso anno anche la Corte di Cassazione. Ora la Corte d'appello di Brescia ha accolto la richiesta di riparazione per ingiusta detenzione nei confronti delle due maestre che vennero arrestate. La Corte ha stabilito la riparazione in 299 mila euro a testa, comprensiva sia del risarcimento per l'ingiusta detenzione che di quello per i danni morali subiti in seguito all'arresto. Le due maestre trascorsero 10 mesi in carcere e 12 ai domiciliari.