Brescia, 28 febbraio 2011 - Caramelle, regalini, la guida dell’auto. Usava praticamente di tutto, per poter ottenere la fiducia dei ragazzi, dei bambini. Ieri mattina l’hanno arrestato con l’accusa di pedofilia, per atti di libidine nei confronti di un bambino di nove anni. E’ il figlio di una vicina di casa. Lui, secondo la ricostruzione della squadra Mobile della questura di Brescia, avrebbe approfittato di un lutto per conquistare la fiducia, per far capire che lui voleva solo fare del bene. Loro, i vicini, del resto non sapevano che era già finito in carcere per il medesimo tipo di reato. «Sono stato per parecchio tempo in Cina», aveva raccontato. Invece era stato arrestato a Bologna.



Nell'attuale ordinanza di custodia cautelare in carcere si fa riferimento a una sola vittima. Ma dalle indagini è emerso che gli episodi dubbi” potrebbero essere parecchi. «Stiamo lavorando — ha spiegato ieri il dirigente della squadra Mobile della questura di Brescia, Riccardo Tumminia — anche su episodi che non hanno avuto, fino a questo momento, rilevanza penale. Vicende che però contribuiscono a rendere più credibile il quadro accusatorio». E ha quindi parlato della «diffida a frequentare l’oratorio, da parte di un parroco che aveva notato i comportamenti sospetti».


Lo vedevano regalare caramelle in quantità industriale, cercare solo la compagnia dei bambini. Proprio l’oratorio era diventato un “terreno di caccia”nelle molteplici forme di coinvolgimento che questo luogo può avere. Così, per esempio, l’arrestato non mancava mai alle gite in montagna ed era sempre pronto a “tastare i muscoli ai ragazzi a dorso nudo.  Il suo comportamento, a un certo punto apparve sospetto anche ai genitori che stavano viaggiando con i figli in un pellegrinaggio a un santuario mariano. Venne richiamato dopo essere stato visto troppe volte “mano nella mano”. I ragazzi un po’ più grandicelli, poi, venivano invitati alla “drive school<WC>”. Li portava sul Monte Maddalena e in un piazzale li invitava a sbizzarrirsi nei testacoda.
«Poi diceva loro — mi ripagherete in natura».


Avrebbe mostrato, ai ragazzi, filmati pornografici. Poi, Facebook, strumento che utilizzava per sollevare interrogativi che partendo anche da molto lontano, portavano comunque sempre al sesso. In un’occasione si era soffermato, con un giovane interlocutore, sui “rapporti sessuali delle balene”. E ieri Tumminia ha ricordato come «spesso quello che viene raffigurato come “un orco”è una persona di cui tutti apparentemente si fiderebbero, che conosce tutti gli stratagemmi per conquistare la fiducia di genitori e bambini». Con il vicino, però, secondo investigatori e inquirenti, è andato oltre quanto il codice penale consente.

 

La famiglia è colpita da un grave lutto, lui si avvicina regala anche dei libretti “per meditare, per superare il trauma”. E alla fine ottiene di poter tenere in casa i bambini mentre i genitori sono al lavoro. Nella ricostruzione della polizia c’è un giorno in cui i due piccoli, nove anni lui e sei lei, entrano nella casa dell’orrore. La bambina viene mandata in un’altra stanza, la musica si alza fino a non lasciare sentire nulla. Nessuno vede, nessuno sente cosa succede. Ma nei giorni successivi, il bambino non mangia, non è attento a scuola. I genitori si rivolgono a un poliziotto. Ieri mattina l’arresto.