Palazzolo sull'Oglio, 5 gennaio 2010 - «Non mi sentivo amato». È in queste poche parole che andrebbe ricercata la ragione del raptus parricida. Mario Leone, 28 anni, ha colpito il padre con un coltello, uccidendolo, poi ha dato fuoco alla casa e si è lanciato nel vuoto. La tragedia familiare si è consumata nel tardo pomeriggio di lunedì, in via Piccinelli a Palazzolo sull’Oglio. Michele Leone, 53 anni, e il figlio vivevano al secondo piano della palazzina che s’affaccia, da un lato sul piazzale di un supermercato e dall’altro, appunto, su via Piccinelli. I vigili del fuoco, quando sono entrati si sono trovati di fronte alla terribile scena: un uomo accoltellato a morte, la casa sottosopra.
Il figlio s’era appena gettato dal balcone. L’hanno salvato il destino e un immigrato. Nel primo caso il riferimento è a al tavolino su cui è finito Mario Leone quando si è buttato nel tentativo di togliersi la vita. Nel secondo, invece, si tratta di un nordafricano che dopo essersi arrampicato lungo una conduttura, è riuscito a prendere per un piede il giovane.

 

Le due situazioni, tavolino e presa, hanno certamente concorso a ridurre gli effetti della caduta da circa 7 metri d’altezza. Una vicina, vedendolo con la maglietta insanguinata, e disteso sul parapetto del balcone, aveva provato invano a dissuaderlo dal tentare di togliersi la vita, gridando «non farlo, stanno arrivando i vigili del fuoco». Tutto inutile, dopo pochi secondi il salto nel vuoto. Il giovane è quindi stato soccorso e in quegli istanti avrebbe detto: «Ho sbagliato mi pento». Poi, in ospedale ha anche aggiunto: «L’ho fatto perché non mi sentivo amato». Il rapporto tra genitore e figlio non era sempre sereno, questo è emerso con maggior chiarezza, rispetto alle ore successive al delitto, nella giornata di ieri. Pare, secondo quanto riferiva ieri un vicino, che il padre volesse per il figlio un futuro da uomo sposato.

 

In tutto ciò ciò sembra aver prodotto un vuoto, che l’altra sera si è rivelato tragicamente incolmabile, la morte della madre di Mario Leone. Risale a nove anni fa e i rapporti, tra padre e figlio, forse in modo impercettibile per i vicini, si erano fatti sempre più tesi. Nessuna conferma, da parte delle forze dell’ordine di legami sentimentali della vittima, tali da scatenare la furia omicida di chi non avrebbe mai potuto concepire un’altra donna al posto della madre. L’autopsia dovrebbe essere eseguita oggi, mentre l’interrogatorio di convalida dell’arresto è previsto per venerdì prossimo. Mario Leone è piantonato in ospedale e ne avrà per 20 giorni, ma non è escluso che si dispongano perizie psichiatriche. Questo anche perchè negli ultimi tempi il giovane era apparso più teso del solito. Ieri mattina Mario Leone ha incontrato il proprio legale, l’avvocato Carlo Ambrosini.

 

Ha detto d’essere «distrutto per quanto successo». In quanto all’arma utilizzata per il delitto, è stato nel frattempo accertato che si tratta di un coltello. Nel sopralluogo successivo al delitto era stato rinvenuto anche un fucile subacqueo. E la ferita, circolare, sul corpo del padre aveva lasciato supporre che potesse essere stata praticata con la fiocina del fucile subacqueo. Ma gli accertamenti successivi hanno consentito di trovare l’arma utilizzata per il delitto, un coltello.