Brescia, 18 novembre 2010 - A due giorni dalla fine della protesta sulla gru, la tensione rimane piuttosto alta. La questura ha mostrato ciò che è stato trovato sul braccio e nella cabina dopo la discesa degli immigrati. Padre Mario Toffari, direttore del Centro Migranti di Brescia, ha invece replicato alle accuse di non essersi adoperato sufficientemente per far pervenire il cibo sulla gru. «Nelle ore successive alla discesa — ha spiegato il questore di Brescia Vincenzo Montemagno — abbiamo trovato sulla gru otto cellulari, radio-ricetrasmittenti, una videocamera, molte batterie elettriche. Se aggiungiamo a questi ritrovamenti il fatto che, nei minuti successivi all’occupazione, è stato appeso uno striscione verticale, che non poteva essere stato preparato in quel momento, una riflessione s’impone, sul momento in cui è stato deciso di salire».
Ma le parole più dure sono quelle di Padre Toffari. «Ci sono state dichiarazioni pe cui avrei affamato quegli immigrati. Il problema è che proprio nel momento in cui “Diritti per tutti” accettò che fosse la Caritas a portare il cibo là in cima, due di loro, in due riprese, mi dissero: “Fa’ presto che dobbiamo mandare su i telefonini”, ma furono talmente furbi da dirlo nel momento in cui avevo dietro la Digos. Non avrei mai fatto il doppiogioco per nessuno, né per la polizia né per loro, ma è chiaro che in questo caso qui era impossibile. In piazza fui attaccato per la questione delle coperte. Ma anche lì non sono stati intelligenti: dicevano “c’è bisogno di coperte, del tipo materassino”, sottovalutando che chi c’era dietro capiva che si trattava non di coperte, ma di altre cose».
La replica di Umberto Gobbi, di “Diritti per tutti” è secca: «La questione ‘cibo’ è stata molto delicata e padre Toffari poteva fare di più. Ma con lui il rapporto è cambiato il giorno dello sgombero del presidio. Dall’alto gli immigrati l’hanno visto mentre poco lontano erano in corso le cariche delle forze dell’ordine. Li ha chiamati — prosegue Gobbi — e ha detto “ragazzi, perché non scendete?”. Una domanda del genere posta in un momento molto delicato ha raffreddato i rapporti e l’ha posto in una luce diversa ai loro occhi». Quanto ai telefonini, prosegue: «Può darsi che qualche ragazzo abbia chiesto di metterli. Ma si assisteva a un isolamento sempre più forte nei loro confronti». E rilancia: «Se vuole un momento di chiarimento, può venire da noi in radio e ne parliamo».
Padre Toffari, però sin da ieri sta già fornendo chiarimenti sui numerosi aspetti controversi di questa vicenda: «Quando parlo di stumentalizzazione degli immigrati, io non voglio dire che qualcuno ha preso il mitra e li ha portati su. Questo non l’ho detto, non lo voglio sapere e penso non sia successo. La strumentalizzazione è anche quella di tentare di fare capire agli immigrati che se ci si mette a urlare, a fare scioperi, a fare tutte queste cose, si ottiene il permesso di soggiorno per tutti. Questa è una sciocchezza».
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