Brescia in stallo: il Consiglio d'amministrazione respinge le dimissioni di Cellino

Incertezza sul futuro della società dopo che il Cda ha chiesto al presidente di tornare sui suoi passi.

Massimo Cellino, presidente del Brescia

Massimo Cellino, presidente del Brescia

Brescia - Si fa sempre più intricata la situazione in casa del Brescia FC, dove tutto è cambiato affinché tutto restasse invariato. La riunione del Consiglio di amministrazione ha infatti riservato un colpo di scena, visto che i consiglieri all’unanimità hanno chiesto a Massimo Cellino di tornare sulla sua decisione e la sua “disponibilità ad essere nuovamente nominato nella carica”.

In estrema sintesi il Cda, che tornerà a riunirsi martedì 29 novembre, ha respinto le dimissioni dell’imprenditore sardo ed ora la “palla” è tornata nelle mani dello stesso Cellino, che è chiamato a prendere una decisione definitiva sul futuro della società di via Solferino. Nell’ufficializzare il suo “passo indietro”, l’ex patron di Cagliari e Leeds si è detto destabilizzato dalle vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto personalmente e gli impediscono di dedicare a una realtà complessa come una società di calcio tutta l’attenzione necessaria. Tutto questo genera una situazione di grande incertezza intorno al Brescia, il cui futuro, appunto, in questo preciso momento può riservare tutto ed il suo contrario.

Le ipotesi che vanno per la maggiore sono soprattutto due, che vedono da una parte Cellino proseguire nel suo impegno (più o meno defilato) nel tentativo di non chiudere con una sostanziale delusione la sua avventura in terra bresciana. Dall’altra, anche se in realtà l’intenzione di vendere non sembra troppo manifesta, lo stallo di queste giornate potrebbe aprire la porta ad una cessione del sodalizio biancazzurro. Un’operazione ovviamente molto complessa e tutt’altro che agevole da condurre in porto, ma che, nello stesso tempo, comporta anche la presenza di veri acquirenti pronti a fare la loro offerta a Cellino che certamente non è disposto a “regalare a zero” la sua società.

Proprio in questa direzione si spinge uno degli spunti di maggiore interesse di questo delicato frangente (anche se, in verità, è un tema che torna periodicamente al centro dell’attenzione dei vari dibattiti). Il territorio bresciano, che pure annovera imprenditori di assoluta caratura, è in grado di esprimere manager che sono disposti ad accollarsi un’avventura che comporta tanti rischi (sia economici che sportivi) e non offre alcuna certezza come quella di gestire una società di calcio?