Brescia Calcio: lo stop continua, ma si studia il futuro

Continua, almeno fino al 14 aprile, la chiusura totale in casa biancazzurra, dove, intanto, si cerca di progettare la prossima stagione dedicando un occhio di riguardo ad un mercato che pone in bella evidenza i gioielli bresciani

Sandro Tonali

Sandro Tonali

Brescia, 4 aprile 2020 - In ossequio alle norme di contenimento del Coronavirus tutto al Brescia rimarrà chiuso almeno fino al 14 aprile. Non solo la sede di via Ferramola, ma anche l’attività del settore giovanile e, soprattutto, il Centro Sportivo di Torbole, dove proseguirà lo stop forzato delle Rondinelle. Una situazione legata al protrarsi della grave emergenza sanitaria e che nei giorni scorsi ha indotto il presidente Massimo Cellino a parlare di “stagione che ormai non ha più senso” e di “impossibilità di tornare in campo anche per rispetto delle vittime e delle persone che stanno soffrendo”.

Una posizione che, a dire il vero, non ha trovato grande condivisione, visto che lo stesso presidente della Figc, Gravina, ha ribadito che l’intenzione, almeno per il momento, è quella di fare il possibile per concludere regolarmente sul campo il campionato. Se questo diventerà impossibile, gli scenari che vanno per la maggiore sono soprattutto due. Da una parte c’è che propende per l’annullamento della stagione, mentre dall’altra c’è chi punta sul congelamento delle classifiche al momento dell’inizio della crisi. Un’alternativa che non sarebbe di poco conto per il Brescia, dato che nel primo caso il prossimo anno le Rondinelle potrebbero ripartire ancora dalla serie A dopo avere resettato un campionato da dimenticare in fretta, mentre nel secondo, con tutta probabilità, dovrebbero tornare in serie B insieme alla Spal.

Saranno naturalmente i prossimi giorni e, soprattutto, l’evoluzione dell’emergenza sanitaria a definire le sorti della stagione e, con essa, pure quelle di un Brescia che si trova sospeso tra le preoccupazioni che derivano dalla situazione che si sta vivendo in città e quelle legate al futuro della società biancazzurra. In questo senso un aiuto determinante potrebbe giungere dal mercato che anche in questi momenti di crisi non sta mai fermo. Il principale problema per il presidente Cellino potrebbe essere legato al fatto che la crisi collegata all’epidemia sta facendo calare il prezzo dei cartellini dei giocatori e in questo senso le cifre che si potevano ipotizzare fino a febbraio in questo frangente appaiono davvero proibitive. Un discorso che, purtroppo, per la società bresciana, potrebbe riguardare in modo particolare proprio Sandro Tonali.

Il gioiello del Brescia, inseguito da molte società italiane ed estere che sono pronte a dare il via a quell’asta che solo poche settimane fa avrebbe potuto anche sfiorare i cento milioni. Attualmente, invece, sembra che la cifra si sia praticamente dimezzata, con comprensibile delusione dello stesso Cellino che, però, non è certo disposto a perdersi d’animo. In effetti il massimo dirigente biancazzurro, oltre ad attendere l’offerta giusta per valorizzare al meglio il suo talento classe 2000, è già pronto a dare il via ad un’identica opera di valorizzazione per Andrea Papetti, difensore del 2002 che ha esordito in serie A proprio in occasione dell’ultimo match giocato con il Sassuolo prima dello stop forzato. L’ennesimo prodotto del fertile vivaio bresciano è già stato inserito nella classifica dei venti migliori under 18 europei e il presidente Cellino è ben deciso a fare di lui una risorsa preziosa per il futuro e la “ripartenza” del Brescia Calcio.