2008-12-10
di ITALIA BRONTESI
— BRESCIA —
HA SPERATO fino all’ultimo. Simona, la sorella, era partita insieme al marito per il Messico per cercarlo. Adesso, dopo cinque mesi di angoscia e ricerche, la speranza si è spenta. Antonio Giardella, 39 anni, di Rodengo Saiano, è morto. Il suo corpo, in stato di avanzata decomposizione, è stato trovato a sei chilometri da Catavina, il luogo desertico dove ci sono le incisioni rupestri, nel municipio di Ensenada, Bassa California. Tecnico di laboratorio all’Istituto Abba-Ballini di Brescia, Antonio Giardella era partito per il Messico il 3 luglio. Dal 7 luglio non aveva più dato sue notizie, scomparso nel nulla. Le ultime tracce erano stati un prelievo in banca e una email del 6 luglio. Poi più niente. Non era sul volo atterrato a Malpensa il 6 agosto, Simona l’ha aspettato invano. Un silenzio che l’aveva spinta ad avvertire i media e a partire per il Messico alla ricerca del fratello. Simona aveva setacciato i villaggi turistici e tappezzato i paesi messicani con le foto di Antonio, aveva sollecitato consolati e ambasciate e lanciato un appello alla Farnesina dicendo che non sarebbe tornata in Italia finché non lo avesse trovato. Di Antonio Giardella si era anche occupata la trasmissione di Federica Sciarelli, «Chi l’ha visto?». A Brescia, i primi di ottobre, i colleghi di lavoro, gli insegnanti dell’Istituto Abba-Ballini, avevano scritto al ministro degli Esteri Franco Frattini e al ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini per chiedere «viste anche le difficoltà incontrate nelle ricerche dalla famiglia, se è stato provato tutto, se le autorità italiane in loco hanno chiesto la collaborazione delle autorità messicane o se non esiste forse qualche altra via ancora da percorrere per potere, si spera, riaverlo tra noi».

ANTONIO GIARDELLA viaggiava spesso da solo, senza tour operator. In Messico alloggiava in un albergo di Cataviña e lì, nell’hotel, la sorella aveva trovato la valigia e gli effetti personali del fratello. Dall’hotel era uscito la mattina dell’8 luglio ed era salito sull’autobus che collega la cittadina messicana al luogo delle pitture rupestri, la Cueva pintada, la “grotta dipinta”, un’attrazione turistica di grande richiamo in Messico. Quel giorno nella zona la temperatura arrivava a 45 gradi. II resti di Antonio Giardella sono stati trovati lunedì scorso da alcuni ricercatori messicani. La Procura generale di San Quentin ha aperto un’inchiesta per stabilire cosa sia realmente accaduto al tecnico bresciano.