Consulenti difesa Bossetti: Yara uccisa da mancino, su computer solo una ricerca con "13enne"

Secondo il medico legale per uccidere la ginnasta sarebbe stata usata un'arma che potrebbe assomigliare ad un coltello usato nel kali filippino, una particolare tecnica di combattimento

Massimo Giuseppe Bossetti Il presunto assassino di Yara Gambirasio, in una foto tratta dal suo profilo Facebook

Massimo Giuseppe Bossetti Il presunto assassino di Yara Gambirasio, in una foto tratta dal suo profilo Facebook

Bergamo, 21 febbraio 2015 - Le lesioni che presentava sul corpo Yara Gambirasio, secondo i consulenti della difesa di Massimo Bossetti, potrebbero essere state inferte da un «mancino e con un'arma importante». Un'arma che potrebbe assomigliare ad un coltello usato nel kali filippino, una particolare tecnica di combattimento. A ipotizzarlo, in una conferenza stampa, è il medico legale che fa parte del collegio difensivo del muratore in carcere per l'omicidio della 13enne.

L'esperta ha spiegato che i colpi d'arma da taglio inferti alla ragazza sono stati vibrati con un' «arma veramente importante che ben si concilia con il tipo di lesioni» riscontrate sul corpo della ragazza, in modo particolare una alla gola. Il fatto, inoltre, che la maglietta della ragazza, nonostante la ferita alla gola fosse intonsa, e così la posizione in cui fu trovato il cadavere, fa ipotizzare che Yara «sia stata spogliata e rivestita». Sempre secondo i consulenti della difesa, nel computer di Massimo Bossetti, vi è una sola ricerca relativa alla parola "13enne". Giuseppe Dezzani, incaricato dal legale di Bossetti, Claudio Salvagni, ipotizza, inoltre, che altre ricerche, apparentemente a sfondo sessuale, relative a 13enni, possano essersi generate in modo «automatico ma non necessariamente manuale». 

"BOSSETTI E' INNOCENTE"  - L’avvocato Claudio Salvagni farà «tutto il possibile per dimostrare l’innocenza di Massimo Bossetti». «Un’innocenza - ha spiegato Salvagni in una conferenza stampa in cui ha raccolto tutti i consulenti del collegio difensivo - nella quale credo fermamente». Salvagni ha illustrato le ragioni per le quali ha nuovamente chiesto la scarcerazione del muratore, in carcere dal 16 giugno scorso per il delitto di Yara Gambirasio e ha ripercorso i «molti dubbi» delle indagini: dalla mancata corrispondenza tra il dna nucleare trovato sul corpo della ragazza e attribuito a Bossetti, e quello mitocondriale che, invece, non è riconducibile al cosiddetto Ignoto 1, identificato poi con il muratore. Il legale ha inoltre ricordato la testimonianza di una donna, la quale aveva parlato di un uomo dell’est da lei conosciuto, e che le aveva raccontato di avere una relazione con una ragazzina 13enne. «Perchè non ritenerla attendibile - ha sottolineato illegale - mentre sono sempre attendibili testi della procura». Il riferimento è a una testimonianza raccolta nei mesi scorsi dagli investigatori di una donna la quale ha raccontato di aver visto, l’estate prima della scomparsa di Yara, un uomo, a suo avviso certamente Massimo Bossetti a bordo di una auto in atteggiamenti intimi con una ragazzina. Questo proprio davanti alla palestra di Brembate di Sopra dalla quale Yara sparì nel pomeriggio del 26 novembre del 2010.