Cambio confine Riva di Solto-Fonteno, la Regione dice no

Bloccate le procedure avviate con il referendum

Il Pirellone

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Riva di Solto (Bergamo), 20 febbraio 2019 - Fa discutere la decisione di Regione Lombardia che ha detto no al cambio di confine tra i comuni di Riva di Solto e Fonteno, i quali avevano avviato le procedure amministrative per il mutamento delle circoscrizioni comunali. Il caso che ha innescato furiose polemiche all’interno del consiglio regionale, riguarda una parte della frazione di Xino: la richiesta, avallata dalle due amministrazioni comunali, verteva sul fatto che tutte le abitazioni della piccola località passassero sotto il Comune di Fonteno, mente oggi ce ne sono circa 15 che appartengono a Riva di Solto.

A febbraio dell’anno scorso si era tenuto anche un referendum consultivo, approvato da Regione Lombardia, che aveva coinvolto i 30 residenti e si era concluso con un responso favorevole alla modifica di confine, con l’ok anche dei due primi cittadini di Fonteno e Riva di Solto. La questione è arrivata ieri mattina in consiglio regionale e la proposta è stata bocciata: con un voto segreto, infatti, è stata approvata la proposta di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge sul cambio di confine tra i due Comuni con 36 voti a favore dello stop e 33 contrari. La decisione ha scatenato una vera e propria bagarre all’interno del consiglio regionale, con la maggioranza che è stata resa di mira. «E’ vergognoso che la maggioranza abbia bloccato per mesi la decisione per poi arrivare, alla fine, a negare la richiesta fatta dai sindaci, confermata dal voto dei cittadini interessati e sostenuta anche dalla Comunità Montana – insorge il consigliere regionale del Pd Jacopo Scandella – Discettano di una frazione che nemmeno conoscono e poi ribaltano l’esito del voto referendario solo perchè chi ha perso ha gli amici giusti in Regione».

Dura anche la resa di posizione del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Dario Violi: «E’ vergognoso – tuona – che i partiti in Regione pretendono l’autonomia, m poi calpestano la volontà dei cittadini affossando una richiesta che arriva direttamente dal territorio. E’ un approccio antidemocratico che dimostra la totale incoerenza dei partiti che hanno sconfessato i cittadini. Così si allontana la gente dalla politica». Il consigliere regionale dei Lombardi civici europeisti, Niccolò Carretta, esprime invece «grande imbarazzo a dover intervenire per l’ennesima volta sulla questione, soprattutto perchè questa è una decisione che era stata presa dai cittadini attraverso un referendum popolare autorizzato proprio dalla Regione, con entrambi i sindaci dei due comuni favorevoli e attesa da anni dal territorio. Progetti di legge come questi, passano tutti senza nessun problema proprio perchè dettati dalla volontà popolare di cui la maggioranza dice di voler rispettare anche se, visto quanto accaduto oggi (ieri, ndr), sembrerebbe ad intermittenza».