Mutui più cari e inflazione record: i lombardi riducono gli investimenti

Il valore dei prestiti finalizzati all’acquisto della casa è in calo rispetto al +2,2% registrato fino a luglio. A ottobre l’incremento sul 2021 si è quasi azzerato. La tendenza: più rate per salvare i bilanci familiari

Milano - Il timore degli economisti trova le prime conferme nei numeri: i lombardi hanno rallentato gli investimenti nel mattone. Se tra gennaio e luglio gli importi dei mutui chiesti per l’acquisto di una casa erano superiori del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2021, a fine ottobre il margine positivo rispetto ai primi dieci mesi di un anno fa si è quasi azzerato, scendendo al +0,7% (fonte Osservatorio Facile.it). Una frenata significativa dall’estate alimentata soprattutto dall’inflazione e dal rialzo dei tassi di interesse. L’aumento generale dei prezzi (soprattutto di generi alimentari ed energia) e del costo della vita ha toccato a ottobre la quota record dell’11,9%, il livello più alto dal 1984 (+3,5% rispetto a settembre). La scorsa settimana, la Banca centrale europea ha aumento il costo del denaro di 0,75 punti. E ieri ha annunciato nuove revisioni per cercare di stabilizzare l’inflazione. In questo scenario, destinato a proseguire almeno per tutto il 2023 seppur con variazioni più contenute dell’indice dei prezzi al consumo, la reazione delle famiglie lombarde non si è fatta attendere.

Il clima di fiducia che ha accompagnato la prima parte dell’anno si è perso. E anche gli investimenti nel mattone, uno dei porti più sicuri quando l’inflazione corre per non svalutare i risparmi, si sono fermati per i timori di non riuscire a far fronte contemporaneamente all’aumento di bollette, generi almentari e rate dei mutui. Fino a luglio, il valore dei prestiti cresceva: nella Città metropolitana di Milano i risparmiatori puntavano a ottenere, in media, prestiti finalizzati all’acquisto della casa per 175.355 euro, il 2,6% in più dello stesso periodo del 2021. A seguire Como (157.220 euro), Monza e Brianza (144.169 euro) e Varese (143.168 euro). A Brescia la richiesta media era di 141.303 euro, davanti a Bergamo (139.707 euro), Lecco (138.373 euro) e Mantova (129.118 euro). Pavia (126.568 euro), Cremona (126.389 euro) e Lodi con 124.921 euro erano le tre province con gli importi più bassi. Da agosto a ottobre il trend è cambiato.

La rata media in Lombardia è scesa di oltre mille euro, passando da 156.271 a 155.040. Il calo degli investimenti ha toccato quasi tutte le province: nella Città Metropolitana di Milano l’importo è ora di 173.968, con un margine positivo che rispetto al 2021 si è più che dimezzato (dal 2,6% di gennaio-luglio all’1% di gennaio-ottobre). Como, la seconda area più dinamica, ha perso in tre mesi 4mila euro e rispetto al gennaio-ottobre 2021 ha una una variazione negativa (-1,6%). I segni meno compaiono accanto ad altre tre province nel confronto con i dieci mesi del 2021: -2,7% Cremona, -2,3% Lodi, -0,2% Brescia. L’aumento dei tassi di interesse si vede anche nella durata: nel tentativo di alleggerire l’esborso della rata, la media dei presiti in Lombardia è passata da 24 anni a 25 e mezzo.