Covid 19 a Bergamo, piccole aziende in crisi: il 65% chiede prestito garantito dallo Stato

Verso altre forme di finanziamento le società di capitali e le grandi realtà. I commercialisti: "C'è bisogno di liquidità. Servono meno burocrazia e procedure omogenee"

Simona Bonomelli, presidente dell'ordine dei commercialisti della provincia di Bergamo

Simona Bonomelli, presidente dell'ordine dei commercialisti della provincia di Bergamo

Bergamo, 13 maggio 2020 – A Bergamo e provincia oltre il 65% dei professionisti, delle ditte individuali e dei commercianti sta cercando di ottenere il mini prestito da 25mila euro garantito dallo stato. Il dato è emerso durante il webinar dal titolo “La gestione dell'emergenza finanziaria delle imprese per la crisi del Covid-19”, organizzato dall'ordine dei commercialisti di Bergamo. E non stanno meglio le realtà più strutturate, se è vero che il 37% delle società di capitale sta provando a richiedere un finanziamento garantito da MCC e Confidi e il 12% delle grandi aziende si sta muovendo per ottenerne uno garantito Sace. Una cosi alta percentuale di aziende che richiede un finanziamento è il segnale che in questo momento le piccole e medie imprese hanno bisogno soprattutto di liquidità. Nel medio e lungo periodo invece sarà necessario puntare su decontribuzione del costo del lavoro e meno burocrazia. “L’emergenza sanitaria che ha colpito la provincia di Bergamo è senza precedenti – ha detto durante la webinar la presidente dell'ordine dei commercialisti bergmaschi, Simona Bonomelli - così come l’attuale crisi economica dovuta all’emergenza Covid -19. Dobbiamo dare risposte immediate a lavoratori, imprenditori e professionisti: ogni giorno riceviamo richieste di aiuto da parte di imprese che temono per il futuro della propria attività. In tanti ci chiedono come ottenere finanziamenti da parte delle banche e indicazioni sulle procedure”.

“La burocrazia – ha detto ancora Bonomelli - sta impedendo la necessaria rapidità nell’erogazione dei finanziamenti utili alla salvaguardia e alla ripartenza delle imprese e delle attività. È necessaria una chiara regolamentazione delle procedure che le banche devono adottare per rispondere alle richieste dei tanti imprenditori che si rivolgono a loro per un aiuto: in caso contrario si rischia di rendere vani questi provvedimenti”. Sulla stessa linea i relatori Mario Comana, ordinario di economia degli intermediari finanziari LUISS Guido Carli, Sergio Paris, dottore di ricerca in economia dei mercati finanziari e il coordinatore del webinar Andrea Cortinovis, consigliere dell’ordine delegato alla commissione “finanza aziendale” che spiega: “In queste settimane, la richiesta principale da parte degli imprenditori, ha riguardato il fabbisogno di liquidità per far fronte all’emergenza. In base alla mia esperienza, simile a quella di molti colleghi, il 65% dei professionisti e delle ditte individuali e piccoli commercianti sta cercando di ottenere il mini prestito di euro 25.000.

Le società di capitale che stanno invece provando a richiedere un finanziamento garantito da MCC e Confidi sono circa il 37% mentre quelle più grandi che richiedono un finanziamento garantito da Sace (per cui le banche non sono però ad oggi ancora pronte Ndr) sono circa il 12% ma stanno decidendo come muoversi perché appunto le banche rimandano. Persistono tanti dubbi sulla chiusura delle attività, la cassa integrazione, la sicurezza sul posto di lavoro e le proroghe delle scadenze soprattutto di natura fiscale. Si sono, infatti, succeduti una serie di provvedimenti che è importante applicare correttamente con la massima professionalità e attraverso una formazione e un aggiornamento costante”.