Cast Futura delocalizza in Bulgaria: scattano sciopero e picchetto

La produzione sarà chiusa a partire dall'1 ottobre, annunciati 23 licenziamenti

Operai in sciopero (foto di repertorio)

Operai in sciopero (foto di repertorio)

Terno d'Isola (Bergamo), 20 giugno 2019 - Sciopero di otto ore e picchetto alla Cast Futura dopo l’annucio della delocalizzazione della produzione da ottobre in Bulgaria e 23 licenziamenti. È l’epilogo della vicenda di Cast Futura, azienda di Terno d’Isola specializzata nella progettazione, produzione e vendita di soluzioni tecnologiche destinate agli elettrodomestici da cottura domestica alimentati a gas ed alle caldaie da riscaldamento, recentemente acquisita dalla multinazionale Robertshaw.

Ieri la direzione ha annunciato alle organizzazioni sindacali che a partire dal 1 ottobre la produzione verrà chiusa e delocalizzata in Bulgaria. Così, viene fissato a 23 il numero degli esuberi (tutti gli addetti diretti della produzione, dunque), mentre a Terno rimarranno i settori di commerciale, finanziaria e logistica, con 67 addetti. Oggi verranno effettuate otto ore di sciopero e un picchetto, a partire dalle 7,30, davanti ai cancelli dell’azienda. "È inspiegabile la volontà di delocalizzare a fronte di una situazione economica e finanziaria non certo negativa – dice Teresa Cubello, della Fim Cisl di Bergamo -, ma solo perché CastFutura è entrata a fare parte della galassia di Robertshaw. La nostra impressione è che questa scelta sia dettata dalla esclusiva volontà di ridurre costi su lavoratrici e lavoratori lì da oltre 20 anni. In più l’80% degli esuberi coinvolge donne». Ieri Fim e Fiom hanno chiesto la revoca dei 23 licenziamenti, «e continueremo la protesta fino a quando non avremo risposte positive al proposito".