Treviglio, 19 agosto 2016 - La crisi? Non ancora del tutto alle spalle, almeno se si considerano gli effetti di medio e lungo periodo della recessione iniziata nel 2008. E la ripresa? Più vicina ma ancora fragile e incerta, soprattutto basata su numeri assai risicati e, quindi, non idonei a fornire solide basi per i prossimi mesi. Malgrado, tuttavia, un quadro d’insieme così variabile e complesso, la Bassa Bergamasca si prepara alla ripresa delle attività dopo la pausa per le vacanze all’insegna di un “moderato ottimismo”. Un “sentiment”, come dicono i tecnici, da non sottovalutare e ribadito ieri, nel corso di una conferenza stampa convocata presso il Palazzo municipale di Treviglio alla presenza, fra gli altri, dell’assessore alle Attività produttive, Giuseppe Pezzoni, e il responsabile dello Sportello unico del settore, Pierluigi Giuliani.
L’incontro è servito a presentare i dati raccolti dall’Osservatorio su imprese, commercio e servizi nel periodo gennaio-giugno 2016 e a compiere un raffronto con la situazione di dieci anni fa. “Nei primi sei mesi dell’anno - ha sottolineato Giuliani - la nostra città ha fatto registrare il massimo storico per quanto riguarda il numero di imprese attive. Abbiamo raggiunto quota 2.711, 4% in più rispetto al medesimo periodo del 2015. E, analizzando i singoli comparti, non vi sono stati fenomeni di particolare rilevanza”. Per Treviglio, ha rimarcato Pezzoni, «abbiamo constatato una lieve flessione del commercio, con 4 esercizi in meno rispetto all’ultima rilevazione, circoscritta però alle zone intermedie tra la prima e seconda circonvallazione. Il centro, invece, ha rinsaldato la sua posizione di vertice incrementando di due unità il numero di esercizi con via Roma sempre dominante e le altre strade del centro in condizioni di sostanziale stabilità numerica».
Tali numeri, se incrociati con quelli forniti su Bergamo e provincia dal Servizio studi della Camera di Commercio nel suo report periodico, permettono di affermare che «la situazione a Treviglio è piuttosto incoraggiante. Basti pensare che solo a Bergamo il volume d’affari nel settore del commercio è calato, su base annua, di un altro 1,7 per cento». Cifre comunque risicate, si diceva, rispetto al 2007, quando l’economia marciava col vento in poppa: sempre nella zona di Treviglio, il manifatturiero ha perso 35 aziende (da 363 a 328) e pure l’agricoltura ha pagato un seppur minimo dazio (da 145 a 141). Nel complesso, però, come si è detto le attività sono aumentate e anche un settore da tempo in affanno come l’edilizia è riuscito ad avanzare: 409 imprese nel 2007, 454 nel 2016.