Unesco, le dieci perle di Lombardia. E ora tocca alle Mura di Bergamo/ FOTO

Le fortificazioni di Città Alta scelte come candidatura italiana 2017

Le mura di Bergamo in testa per il riconoscimento del titolo di patrimonio

Le mura di Bergamo in testa per il riconoscimento del titolo di patrimonio

Milano, 27 luglio 2016 - Il prossimo cavallo su cui scommettere è Bergamo. Le sue mura, erette sotto la Serenissima Repubblica di Venezia, sono il monumento capofila di un dossier che ha raggiunto le scrivanie dell’Unesco per il riconoscimento del titolo di patrimonio dell’umanità. «Le opere di difesa veneziane tra il XV ed il XVII secolo», questo il nome del progetto, vede il capoluogo orobico alla testa di altre città non solo d’Italia ma anche di Croazia e Montenegro, secoli fa feudi del Leone di San Marco. «Si tratta di un sito seriale ed è quello su cui oggi punta l’Unesco – spiega Cristina Cappellini, assessore a Culture, identità e autonomie di Regione Lombardia -. È stata scelta ufficialmente come candidatura dell’Italia e spero che l’anno prossimo potremo festeggiare l’undicesimo riconoscimento per la Lombardia».

La Regione ha già dieci perle alla sua collana, circa il 20% del patrimonio nazionale iscritto alle liste dell’Unesco. Nove sono siti monumentali: l’arte rupestre della Val Camonica, Santa Maria delle Grazie e il Cenacolo di Leonardo da Vinci, il villaggio operaio di Crespi d’Adda, i Sacri monti a Ossuccio e a Varese, la Ferrovia retica dell’Albula e del Bernina, Mantova e Sabbioneta, il Monte San Giorgio, le palafitte dell’arco alpino e i centri di potere e di culto nell’Italia longobarda. A cui aggiungere una decima stella, quella immateriale della liuteria made in Cremona. Siti che nei due anni e mezzo precedenti hanno ottenuto dal bilancio di Palazzo Pirelli circa 5 milioni di euro. Obiettivo: spingere il turismo, che nei primi tre mesi di quest’anno è cresciuto del 12% rispetto allo stesso periodo del 2015.

«Oltre alle mura di Bergamo, il Pirellone sta sostenendo altre candidature. Come quella «dei consorzi di bonifica, che promuovono la civiltà dell’acqua in Lombardia – sottolinea l’assessore – Stiamo poi lavorando alla via Francigena, che coinvolge le province di Lodi e Pavia e si sta consolidando con Val d’Aosta e Canton Grigioni una candidatura del patrimonio alimentare alpino».