Zona rossa a Nembro e Alzano, polemiche e accuse: "Si sarebbero salvate molte vite"

Dopo la pubblicazione del verbale del Cts la Bergamasca fa sentire la sua voce. I medici: "Era necessaria". I parenti delle vittime: "Desecretare tutti i verbali" ed è scontro Gallera-Gori

La protesta del Comitato "Noi denunceremo"

La protesta del Comitato "Noi denunceremo"

Bergamo, 8 agosto 2020 - "Istituire la zona rossa a Nembro e Alzano era necessario, si sarebbero salvate molte vite". A dirlo è Guido Marinoni, presidente dell'Ordine dei medici bergamaschi, commentando i verbali del Comitato tecnico scientifico del 3 marzo, quelli in cui si afferma, per l'appunto, che le misure restrittive adottate per il Basso Lodigiano andavano applicate anche alla Valseriana. Quella di Marinoni non è stata la sola reazione a quanto contenuto nel documento del Cts, desecratato grazie alle pressanti richieste del consigliere regionale di Azione Niccolò Carretta. La sostanza però è sempre la solita: Bergamo schiuma rabbia, perchè il sentimento comune è quella di una "strage" (6mila i morti in provincia di Bergamo) che potrebbe essere almeno più contenuta.

"Già il 6 aprile noi scrivemmo una lettera alla Regione Lombardia – ha detto ancora Marinoni – in cui sottolineavamo che era stato un grave errore. In quei giorni ad Alzano Lombardo e Nembro e Albino, il mio paese, c’era già la percezione che li stesse succedendo tutto e fuori ancora poco. Poi si è scoperto che in quella zona c’era il ceppo più virulento, se si fosse chiuso si sarebbe evitato di esportare quel tipo di infezione e di andamento epidemiologico. Quantificare cosa non sarebbe successo è difficile anche sulla stessa realtà bergamasca. Teniamo conto – ha aggiunto il presidente dell’ordine dei medici - che a Bergamo c’è 20 per cento di sieropositività, in Valle Seriana il 40 per cento. Se si fosse chiuso avremmo potuto evitare tanti morti in questa zona così colpita».

Non è mancata nemmeno la voce dei parenti della vittime, idealmente rappresentanti dal Comitato Noi Denunceremo, che ha già presentato in Procura decine di esposti. «Riteniamo, come comitato, una inutile mossa l’aver desecretato verbali, che rispetto alla mancata istituzione della zona rossa nella Bergamasca, sono assolutamente inconferenti. I dati noti a ognuno già all’epoca dei fatti appalesavano un aumento esponenziale dei contagi e dei decessi nei giorni immediatamente successivi alla scoperta dei due pazienti Covid nell’ospedale di Alzano Lombardo il 22 e il 23 febbraio. Noi pretendiamo – fanno sapere dal Comitato– che vengano desecretati tutti i documenti e i verbali a decorrere dal 22 gennaio e sino al 3 marzo perché solo attraverso l’analisi degli elementi che emergeranno indefettibilmente dai verbali del Cts (Comitato tecnico scientifico) di quei giorni, la gente, quella gente apostrofata come «quelli che continuano a uscire» potrà darsi una spiegazione dell’immagine sacrificio di vite umane. Solo attraverso quei verbali potrà emergere a chi attribuire le responsabilità delle omissioni che hanno portato a una strage annunciata e riteniamo, consapevole da chi detiene il potere. Solo con la desecretazione di tutti questi documenti il governo potrà dare prova della volontà di fare chiarezza sui fatti occorsi e dimostrerà di aver rispetto delle persone. Il comitato da sempre vuole chi si arrivi a capire se si siano responsabilità e a chi siano attribuibili». 

Polemica anche sul fronte politico. Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha affidato a twitter il suo pensiero lanciando accuse a Governo e Regione. "Che il Cts avesse raccomandato la  zona rossa in Val Seriana lo sappiamo dal 3 marzo. Che accade poi? Il governo esita 4 giorni e poi opta per la zona arancio estesa a tutta la Lombardia. La Regione, invece si chiama fuori: la Zona rossa non tocca a me. Ma non la chiede neanche al governo", scrive Gori. La replica dell'assessore regionale Gallera non è tardata ad arrivaere:  ''Ma cosa dici? Abbiamo convocato il 4 marzo una riunione a Palazzo Lombardia con il ministro Speranza e lì abbiamo, io personalmente, chiesto la zona rossa e ottenuto l'impegno del ministro. Il 5 marzo arrivano ad Alzano 250 militari. Noi abbiamo fatto il nostro dovere''.

Il tutto senza dimenticare che su mancata zona rossa e chiusura lampo dell'ospedale di Alzano sono stati aperti due fascicoli dalla Procura di Bergamo.