Yara Gambirasio e Massimo Bossetti
Venezia, 30 novembre 2022 - A Venezia (sede competente per i magistrati in servizio a Bergamo) nel pomeriggio di oggi seconda e conclusiva udienza davanti al gup Scaramuzza per la vicenda dei reperti del caso di Yara Gambirasio. Si discuteva l'opposizione della difesa di Massimo Bossetti (condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio della tredicenne di Brembate di Sopra) alla richiesta della Procura di Venezia di archiviare il fascicolo che vede indagati per frode in processo e depistaggio il presidente della Prima sezione penale del tribunale di Bergamo, Giovanni Petillo, e la responsabile dell'Ufficio corpi di reato, Laura Epis.
E' stato il turno dei difensori. Il legale del magistrato ha sottolineato come Petillo abbia sempre firmato provvedimenti di conservazione e mai di distruzione. Il legale della dirigente ha messo in evidenza la circostanza che Laura Epis entrò in servizio il 2 dicembre del 2019, lo stesso giorno dell'arrivo dei reperti all'Ufficio corpi di reato del Palazzo di giustizia bergamasco. In precedenza erano stati conservati a lungo nei frigoriferi dell'ospedale San Raffaele di Milano.
Per la Procura veneziana, le verifiche effettuate e le testimonianze raccolte hanno escluso qualunque volontà da parte degli indagati di distruggere e qualunque intenzione di lasciare che si deteriorassero i 54 campioni con il Dna estratto dagli slip e dai leggings di Yara. Al contrario, secondo i legali di Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, lo spostamento dall'ospedale milanese al tribunale di Bergamo causò l'interruzione della catena del freddo, compromettendo in modo irrimediabile lo stato dei reperti, che se correttamente conservati sarebbero risultati idonei per nuove analisi. Il gup si è riservato la decisione.