Yara, le fibre del sedile sui suoi vestiti: «Solo il furgone di Bossetti era lì»

Duemila veicoli uguali, ma le celle telefoniche indicano il muratore. La difesa in trincea: «La stoffa di quegli interni viene utilizzata anche su migliaia di automobili» di Gabriele Moroni

Yara Gambirasio e Massimo Bossetti

Yara Gambirasio e Massimo Bossetti

Bergamo, 19 febbraio 2015 - Sono «molte», nell’ordine di decine, dicono gli inquirenti, le microfibre passate dal sedile del furgone Iveco Daily di Massimo Bossetti al giubbotto e ai leggings neri di Yara Gambirasio. Per gli investigatori la prova decisiva che la ginnasta tredicenne di Brembate di Sopra salì e rimase seduta sul mezzo del muratore di Mapello. La prova «regina» che, dopo il suo Dna rimasto sugli indumenti di Yara, dovrebbe decapitare le speranze dell’indagato di essere creduto nelle sue incrollabili dichiarazioni di innocenza.

Solo volti sorridenti ieri al termine del vertice che per quasi tre ore ha riunito in procura a Bergamo il pm Letizia Ruggeri, il tenente colonnello Giampietro Lago, capo del Ris di Parma, il comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo, Antonio Bandiera, gli uomini del Ros di Brescia. «Posso solo confermare – ha detto Lago – quanto trapelato nei giorni scorsi: un elemento nuovo di rilievo che riguarda microframmenti acquisiti dagli indumenti della vittima che corrispondono a elementi del tessuto del furgone di Bossetti: è stato fatto un grande lavoro». Un lavoro che qualcuno definisce «ciclopico » per isolare dai circa 200 reperti (peli, capelli, fibre) rimasti su Yara frammenti di fibra, minuscoli, esili, colorati (blu, celesti, gialli, grigi). Sono stati quindi comparati con migliaia di fibre del sedile. Alcune decine di microfibre coincidevano pienamente. La prova della colpevolezza di Bossetti.

Una svolta che ruota attorno al furgone anche per un altro elemento. È stato acquisito l’elenco di tutti gli Iveco Daily immatricolati nel nord Italia, da Reggio Emilia in su, con un’attenzione particolare alla Bergamasca. Ne sono stati fotografati oltre 2mila. Si è risaliti ai proprietari. Quelli che si trovavano in provincia di Bergamo sono state ascoltati a verbale. La conclusione è stata che il furgone di Bossetti era l’unico marca Iveco Daily in circolazione nella zona di Brembate di Sopra la sera del 26 novembre 2010, quando Yara scomparve. La difesa di Bossetti, l’avvocato Claudio Salvagni e il consulente Ezio Denti, prepara le contromosse. Sarebbe stato accertato che la casa tedesca che produce sedili serve un gran numero di multimarche, in Italia e all’estero. Conclusione: sedili con lo stesso tessuto dell’Iveco di Bossetti sono montati su migliaia di automezzi e automobili.