Dieci anni senza il sorriso di Yara: il delitto che sconvolse l'Italia

La scomparsa, i tre mesi di mistero. Le indagini a tappeto e la svolta del dna. Una storia iniziata a Brembate il 26 novembre del 2010

Il monumento posto a Chignolo d'Isola, nel riquadro Yara sorridente

Il monumento posto a Chignolo d'Isola, nel riquadro Yara sorridente

Bergamo, 26 novembre 2020 - Dieci anni senza Yara. Avrebbe compiuto 23 anni lo scorso maggio. Invece il viaggio di Yara Gambirasio in una vita ricca di promesse viene troncato la sera del 26 novembre 2010. Yara ha 13 anni. Seconda dei quattro figli di una bella famiglia di Brembate di Sopra, nella Bergamasca, studentessa di terza media, è una promessa della ginnastica ritmica. Verso le 18.40-45 sia avvia all'uscita della palestra del centro sportivo di Brembate. Via Locatelli. Pochi passi per svoltare in via Morlotti. Solo 700 metri la dividono dall'abitazione di via Rampinelli. Viene ghermita. Si smaterializza nel buio, nel gelo della serata novembrina.

Per tre mesi è mistero grande. Il 26 febbraio del 2011 un appassionato di aeromodellismo scopre il corpo di Yara fre le sterpaglie di un campo di Chignolo d'Isola, a un decina di chilometri da Brembate. E' morta per le ferite che ha su di sé, il freddo, gli stenti. Quel piccolo corpo "parla". Sugli indumenti è rimasta impressa la traccia genetica dell'assassino, quello che viene chiamato Ignoto 1. Parte uno screening di massa con la raccolta di migliaia e migliaia di campioni da cui estrarre il Dna. Si arriva a una famiglia, a un ceppo, a un uomo. Si chiama Giuseppe Guerinoni, conducente di autobus di Gorno, scomparso nel 1999, identificato come il padre di Ignoto 1. Alla indagine scientifica si accompagna quella tradizionale, focalizzata su Gorno, alla ricerca di notizie, indiscrezioni, anche  chiacchiere di paese che darebbero la spinta decisiva all'inchiesta. La confidenza di un collega porta a una donna che potrebbe avere avuto una relazione extraconiugale con Guerinoni. Il 28 ottobre del 1970, ha dato alla luce due gemelli, un maschio e una femmina.

Il 16 giugno 2014 finisce in carcere Massimo Giuseppe Bossetti, 44 anni, muratore di Mapello, sposato e padre di tre figli, incensurato. Il suo codice genetico risulta sovrapponibile a quello di Ignoto 1. Condannato all'ergastolo nei tre gradi di giudizio per l'omicidio della piccola Gambirasio, non ha mai smesso di proclamarsi innocente. Dieci anni dopo Yara vive. Le sono state dedicate canzoni. La vicenda ha ispirato due film. Porta il suo nome la Casa dello Sport in via Gleno, a Bergamo. Un'associazione, La passione di Yara (in ricordo del suo amore per lo sport), sostiene le aspirazioni sportive, culturali, di studio, artistiche, di giovani di tutta Italia ostacolati da difficoltà economiche. Nata nel 2015, l'associazione ha sostenuto 86 progetti (altri due sono in corso,) erogando contributi per oltre 115mila euro e ricevuto donazioni per oltre 150mila euro.