Violenza in comunità a Fontanella, perizia psichiatrica sullo stupratore

Dovrà essere stabilita la capacità di intendere e volere dell’ivoriano che nel settembre dello scorso anno aggredì una giovane della struttura

Carabinieri davanti alla cascina dove è avvenuta la violenza (De Pascale)

Carabinieri davanti alla cascina dove è avvenuta la violenza (De Pascale)

Fontanella (Bergamo), 18 luglio 2018 - Sarà una perizia psichiatrica a stabilire la capacità di intendere e volere (e quindi anche la capacità di affrontare un processo), e la pericolosità sociale di S.S.e, il 20enne della Sierra Leone che il 20 settembre 2017 aggredì e violentò un’educatrice della comunità di accoglienza per richiedenti asilo di Fontanella. L’esame è stato disposto dal gup del tribunale di Bergamo, Maria Luisa Mazzola, che ieri ha affidato l’incarico al professor Massimo Biza. Il 26 settembre il professor Biza renderà noti i risultati del suo lavoro. In caso l’imputato, detenuto nel carcere di Bergamo con l’accusa di violenza sessuale, risultasse capace di intendere e volere, il suo legale, l’avvocato Samantha Vignati, ha già ottenuto che venga giudicato con l’abbreviato, lo speciale rito che, in caso di condanna, consente di beneficiare dello sconto di un terzo sulla pena finale. Il ragazzo è già stato sottoposto a perizia da parte del consulente dell difesa, il professor Nicola Poloni di Varese, che ha dichiarato la sua capacità di intendere volere scemata e lo ha definito pericoloso dal punto di vista sociale. L’episodio era avvenuto intorno alle 10, nel bagno della cascina Fenatica, dove si trova la struttura gestita dalla cooperativa Rinnovamento che si occupa di accoglienza per i migranti. 

Secondo le accuse, l’operatrice, 27 anni, era stata raggiunta dal ragazzo che le aveva messo le mani attorno al collo e l’aveva violentata. Le urla dell’educatrice avevano attirato l’attenzione di altri due ospiti della comunità, che erano intervenuti sfondando la porta del locale. L’extracomunitario della Sierra Leone, però, era riuscito a fuggire, lanciandosi dalla finestra. Dopo aver chiamato i soccorsi e aver prestato le primi cure alla 27enne, i due avevano inseguito l’aggressore nei campi attorno alla struttura nel tentativo di acciuffarlo.  Nelg giro di mezz’ora, i carabinieri della Compagnia di Treviglio avevano rintracciato il 20enne in un campo e lo avevano immobilizzato. Successivamente era stato accertato che il giovane era arrivato in Italia nell’agosto del 2016, tratto in salvo nel Mediterraneo nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. Da alcuni mesi si trovava a Fontanella. Chi aveva avuto occasione di conoscerlo, lo aveva definito un personaggio aggressivo e solitario.