Osio Sotto, violenze su una 27enne: arrestato grazie al Dna

L’uomo nel 2014 era già stato condannato a un anno e 2 mesi per violenza sessuale per aver aggredito una donna in un parcheggio

Violenza e abusi

Violenza e abusi

Bergamo, 29 luglio 2019 -  Ha rapinato e violentato la commessa 27enne di un centro estetico di Osio Sotto, nel Bergamasco: grazie, però, alla denuncia dettagliata della vittima e alla conferma delle analisi del Dna analizzato al Ris di Parma, è stato arrestato. L'uomo è un senegalese di 29 anni, residente a Verdellino. È accusato di violenza sessuale e rapina. Nel corso delle indagini è emerso anche che, una settimana dopo la violenza alla commessa, il senegalese ha ripetuto la violenza ai danni di una prostituta lituana, sempre a Osio Sotto. A novembre dell'anno scorso, inoltre, stando alle indagini, aveva rapinato e tentato di violentare un'altra prostituta, appartata con un cliente nella stessa zona, ma che era riuscita a sfuggire.

La violenza alla ragazza (che venne minacciata con un coltello e derubata di 200 euro) risale al 7 giugno scorso: una settimana dopo, il 13 giugno, era seguita la violenza alla prostituta. La 27enne ha riconosciuto il presunto aggressore anche durante un confronto all'americana, dopo averlo già individuato su un album fotografico visto che l'africano era già noto alle forze dell'ordine.

Il 25 giugno è stato quindi emesso un ordine di cattura: il 29enne, che è muratore nella Bergamasca, è stato arrestato a Ciserano. L’uomo nel 2014 era già stato condannato a un anno e 2 mesi per violenza sessuale per aver aggredito una donna in un parcheggio, sempre a Osio. La pena era stata però sospesa e l’uomo aveva scontato un solo giorno in carcere. Nei giorni scorsi i dati e le analisi dei Ris hanno permesso di confermare l’identità dell’uomo, autore dell’aggressione e della violenza nel centro estetico. "Si tratta di un individuo con già dei precedenti specifici e che quindi potremmo definire un violentatore seriale" ha dichiarato il comandante provinciale dei carabinieri Paolo Storoni, affiancato da Carmen Pugliese in rappresentanza della Procura: "È stata un’indagine che ha visto in azione una squadra ben formata con i carabinieri da un lato e la procura dall’altro, ciascuno con i propri ruoli, ma ben amalgamati".