Tentato omicidio a Villa d'Adda, l'arrestato ha un alibi: "Scarceratelo"

A spingere il gip a scarcerare il 25enne è stato anche il racconto della vittima, risultato contraddittorio e poco credibile

Il giudice non ha convalidato il fermo, le indagini continuano

Il giudice non ha convalidato il fermo, le indagini continuano

Villa d'Adda (Bergamo), 19 maggio 2019 - E' stato rimesso in libertà il marocchino 25enne arrestato mercoledì sera dai carabinieri di Zogno e di Calusco d’Adda con l’accusa di essere l’uomo che 24 ore prima, martedì, a Villa d’Adda, al culmine di un violento litigio scoppiato probabilmente per questioni di droga aveva sparato un colpo di pistola calibro 7,65 al viso di un connazionale di 19 anni, ora ricoverato in gravi condizioni (ma non è in pericolo di vita) all’ospedale di Bergamo. L’aggressione era avvenuta nella Bmw della vittima. Grazie alle indagini difensive effettuate dal suo legale, l’avvocato Davide Ceruti, è stato infatti accertato che il 25enne, che era accusato di tentato omicidio, ha un alibi per la sera dell’aggressione: è stato per tutto il giorno in compagnia di una persona che ha già confermato la circostanza agli investigatori.

A spingere il gip di Bergamo Vito Di Vita a scarcerare l’immigrato è stato anche il racconto fornito dalla vittima ai primi soccorritori, risultato contradditorio e poco credibile. Per esempio l’uomo, che avrebbe anche riconosciuto lo sparatore da un album fotografico, ha raccontato che la pallottola lo ha colpito al volto entrando dalla parte sinistra. Invece, in base agli accertamenti medici, è stato accertato che è avvenuto l’esatto contrario. Il gip non ha neppure convalidato il fermo del 25enne, che ha respinto tutti gli addebiti, in quanto non sussiste pericolo di fuga visto che è incensurato, regolare in Italia e sposato con una donna bergamasca.

L'aggressione risale a martedì sera intorno alle 21,30, in via delle Industrie. Prima di perdere i sensi, il 19enne pronuncia un nome: da lì i carabinieri partono, avviando accertamenti e risalendo al 25enne. Mercoledì pomeriggio, inoltre, il 19enne ricoverato in ospedale si risveglia dal coma e ai militari dell’Arma che si erano recati al Papa Giovanni XXIII per sottoporgli le loro ipotesi investigative su alcuni sospetti indica proprio il 25enne. Ora gli inquirenti stanno cercando di ricostruire il movente all’origine di quel colpo esploso a bruciapelo nell’auto: può darsi che vittima e aggressore abbiano avuto una lite per questioni di droga. Ma ogni ipotesi è ancora aperta.