Almè, imprenditore rientrato dalla Cina: pranzo in casa per dimenticare l’incubo

Urlo di liberazione dopo il volo da Pechino. "E' stata un'esperienza durissima, devastante e disumana"

Valentino Sonzogni

Valentino Sonzogni

Almè (Bergamo), 9 docembre 2018 - La prima cosa che ha fatto, una volta atterrato all’aeroporto di Malpensa, è stata entrare in un bar e fare colazione, cappuccino e brioche. È terminato ieri mattina alle 5 l’incubo dell’imprenditore bergamasco Valentino Sonzogni, 51 anni, bloccato per un anno in Cina (dal 2 dicembre 2017), al quale le autorità cinesi impedivano di rimpatriare sostenendo che dovesse al fisco 30 milioni di Yuan (circa 4 milioni di euro).

L’accusa era di aver frodato l’erario per una ingente somma attraverso una società di cui risultava legale rappresentante: in realtà la società era stata chiusa, ma l’imprenditore orobico aveva scoperto che aveva proseguito a operare sotto la gestione di alcuni cittadini cinesi che l’avevano usata per frodare il fisco. Un debito che il 51enne bergamasco ignorava e del quale era venuto a conoscenza quando un anno fa, dopo un periodo di vacanza in Cina, si era presentato all’aeroporto di Pechino e i funzionari gli avevano impedito di imbarcarsi. "Finalmente è tutto finito - le prime parole pronunciate da Sonzogni - È stata un’esperienza durissima, devastante, disumana, che mi ha sicuramente segnato. Non ero in carcere, potevo girare da uomo libero la Cina in lungo e in largo, come ho fatto anche per cercare aiuto e risolvere la mia situazione, ma non potevo tornare nel mio Paese. Voglio ringraziare per l’impegno profuso il governo italiano, ha lavorato davvero alla grande. In un primo momento, preso dallo sconforto per la lungaggine della trattativa, avevo usato parole pesanti contro il nostro governo. Ma mi sono dovuto ricredere. Un grande ringraziamento lo devo rivolgere anche all’ambasciatore italiano in Cina, Eugenio Poti, che mi è sempre stato vicino".

Ad attenderlo a Malpensa Sonzogni ha trovato il fratello. "Ci siamo abbracciati e commossi. Poi siamo andati ad Almè dai miei genitori. Sono anziani, il papà ha 85 anni e soffre di cuore, la mamma 80, e senza il loro aiuto economico e quello dei miei parenti tutti non sarei riuscito ad andare avanti in Cina. Abbiamo pranzato tutti insieme e festeggiato il compleanno di due nipoti (in totale Sonzogni ne ha otto, ndr). Rivedere la mia famiglia è stato un momento emozionante". In serata Sonzogni si è incontrato con il sindaco di Almè e con il deputato bergamasco della Lega, Daniele Belotti: "Ha fatto moltissimo per me - spiega Sonzogni - e di questo lo ringrazio. Se tornerei in Cina? D’istinto rispondo di no. Se ci penso un po’ su, però, potrei anche dire di sì. Contro la Cina non ho niente, in fondo non hanno fatto altro che applicare le loro regole e le loro leggi".