Passo Salmurano, travolti da una valanga: salvi per miracolo

Determinante la velocità dei soccorsi. Due i feriti, il più grave è ricoverato in prognosi riservata ma non sarebbe in pericolo di vita

Passo Salmurano, travolti da una valanga

Passo Salmurano, travolti da una valanga

Bergamo, 8 dicembre 2019 -  Una valanga ha investito tre persone, tutte vive, al confine tra le province di Sondrio e Bergamo. L’allarme è scattato alle 13.45 di ieri nei pressi del Passo Salmurano: una valanga con un fronte di cento metri si è staccata in Valle Brembana dal Monte Valletto. La massa nevosa si è staccata sulle Orobie in territorio di Ornica, località passo Salmurano, tra Monte Valletto sud e Piani dell’Avaro, sul versante bergamasco. Due le persone travolte, mentre un terzo sciatore è riuscito a evitare la valanga ed è uscito illeso. Sono subito scattate le procedure d’emergenza e sul posto sono arrivati gli uomini del Soccorso alpino dei carabinieri di Clusone, oltre a due elicotteri del 118 da Milano e Como e i carabinieri sciatori.

I tre coinvolti , che facevano parte di un gruppo di milanesi impegnati in scialpinismo fuori pista, sono stati recuperati. Un uomo di 52 anni di Segrate ha riportato un trauma cranico e agli arti inferiori ed è stato portato con l’elisoccorso all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in codice rosso: non sembrano esserci problemi di ipotermia e non sarebbe in pericolo di vita. Un’altra persona, sempre ferita, è stata portata in codice giallo all’ospedale di Lecco: si tratta di C.C. una donna di 60 anni. La signora è stata aiutata a liberarsi dalla figlia, che era la terza persona presente sul posto e che si pensava, inizialmente, fosse stata travolta a sua volta dalla valanga. «L’incidente è avvenuto a circa duemila metri di quota – spiega Antonio Barelli, soccorritore impegnato sull’eliambulanza di Como –. Abbiamo collaborato all’evacuazione di due delle persone coinvolte.

Il luogo dell’incidente si trova all’interno di un canalone sotto il passo di Salmurano. Un pendio esposto a sud nel quale si è accumulata parecchia neve. Una situazione molto diversa da quella che si incontra ad esempio salendo dalla Val Gerola, un vallone esposto a Nord. Purtroppo quando i tre scialpinisti stavano passando di lì c’è stata una scarica che li ha travolti».

«In questi giorni le condizioni per praticare scialpinismo sono abbastanza buone – commenta Fabio Lenti, soccorritore della XIX Delegazione lariana del soccorso alpino –. Danno pericolo moderato per quanto riguarda le valanghe, ma questo non significa che non bisogna prestare sempre la massima attenzione. È chiaro che bisogna sempre seguire le condizioni del luogo dove si pratica scialpinismo. In questo caso credo che il pericolo fosse legato agli accumuli di neve e cornici in quota. In alcune situazioni, come in questo caso, si può incontrare un manto nevoso coperto da una crosta che si può staccare. Quando ha nevicato il prato sotto probabilmente era ancora caldo e non c’è stato assestamento del manto nevoso. In questi casi si crea un fenomeno di sublimazione con l’aria calda che sale verso l’alto e uno strato di brina in profondità che fa scivolare la neve sul terreno».

Quest’anno in Valtellina si erano registrati due gravi incidenti mortali nelle località sciistiche di Santa Caterina e Livigno. In febbraio nel Piccolo Tibet un giovane turista belga di soli 24 anni era stato travolto e ucciso da una valanga. Un dramma assurdo avvenuto nonostante il Centro nivometeorologico di Arpa Lombardia avesse diramato un bollettino di massima allerta sul pericolo slavine in tutte le montagne della Lombardia con massima attenzione proprio sulla Valtellina. A Santa Caterina Valfurva Diego Colombo, 43 anni di Mornago (Varese) era caduto mentre affrontava un avvallamento nella neve fresca. L’uomo, soccorso e trasportato in ospedale, era morto dopo il ricovero.