Un anno senza Robertine: "Vado avanti per le figlie"

La donna perse la vita con la bimba che aspettava. Youssouf Guira attende l’esito della vicenda giudiziaria

Migration

"L’ultima volta che ho visto Robertine? La mattina del 17 settembre di un anno fa. Erano le 5 di mattina, io mi era alzato presto per andare al lavoro. Anche lei, stranamente, visto che di solito si alzava alle 10. Mi guarda e mi dice, oggi nasce tua piccola. Quello è stato il giorno più brutto della mia vita". Quel giorno Youssouf Guira, 43 anni, attende dalla moglie Robertine Zoungrana Quetaduine, 36 anni, la terza figlia, Zarrab Rachida. Avrebbe dovuto essere un festa per la famiglia Guira, originaria del Burkina Faso ma da una decina d’anni residente a Torre Boldone. "Stavo aspettando la mia piccola, e invece se n’è andata con la mamma. Ancora non avevamo scelto il nome. Poi Robertine mi dice: la voglio chiamare Zarrab Rachida. Adesso mi manca tutto – aggiunge Youssouf – devo farmi forza per le altre due figlie. Ringrazio i vicini che mi danno una mano quando vado al lavoro. E pensare che avevamo già dato la caparra proprio per un nuovo appartamento a Nembro, proprio per l’arrivo di Zarrab".

Ma qualcosa all’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo va storto. Durante il parto la bimba muore. Si aggravano anche le condizioni della mamma, trasferita al Papa Giovanni XXIII di Bergamo: anche per lei non c’è niente da fare. Nell’appartamento di via Bugattone a Torre Boldone rimangono solo Youssouf, addetto alle pulizie nella stessa impresa in cui lavorava Robertine, e le altre due figlie, Sarah e Fatima, di 7 e 11 anni.

Intanto prosegue l’inchiesta della Procura di Bergamo per fare luce su quanto accaduto. Duplice omicidio colposo, l’ipotesi di accusa formulata nei confronti di venti tra medici, ginecologi e ostetrici dei due ospedali. "Il mio avvocato (Loredana Scaramozzino, ndr) mi ha detto che il nuovo pm a cui è stato assegnato il caso ha chiesto una proroga di sei mesi, serve tempo siamo aspettando". F.D.