Ultrà dell’Atalanta, il pm durissimo: "Abbiate coraggio e condannateli"

lE richieste avanzate dal pm Carmen Pugliese al termine della requisitoria al processo

ALLA SBARRA Claudio Galimberti, detto “Il Bocia”, indiscusso leader della curva nerazzurra, è a processo con altri cinque

ALLA SBARRA Claudio Galimberti, detto “Il Bocia”, indiscusso leader della curva nerazzurra, è a processo con altri cinque

Bergamo, 22 giugno 2017 - «Io chiedo a questo tribunale di avere il coraggio nel pronunciarsi affinché questi episodi, che per anni hanno rovinato la città, non accadano più. E difatti questa inchiesta ha avuto un effetto terapeutico. Perché sia chiaro, oltre alla raccolti di fondi per la Dea, oltre alle manifestazioni di beneficenza (si veda, ad esempio, quella per Amatrice, dopo il terremoto) c’era altro, e si invocava esplicitamente alla violenza. Ed è per questo che concludo con la richiesta di 6 anni e 4 mesi per Claudio Galimberti (il Bocia), e la condanna a 3 anni e 8 mesi per gli altri». Che sono Andrea Picone, Luca Valota, Giuliano Cotenni, e Davide Pasini. Assoluzione per Andrea Quadri. Sono le richieste avanzate dal pm Carmen Pugliese al termine della sua lunga requisitoria al processo per associazione per delinquere nei confronti del Bocia, leader della tifoseria nerazzurra, e altri suoi fedelissimi, tutti ultrà. Occorre ricordare, che al momento delle misure cautelari, febbraio 2011, il gip Alberto Viti aveva escluso che potesse sussistere l’associazione a delinquere. Lo stesso aveva fatto il gup Patrizia Ingrascì, nel 2014, prosciogliendo i sei imputati. Ma alla fine l’aveva spuntata il pm Pugliese grazie al ricorso in Cassasione. E lo scontro tra accusa e difesa sarà tutto concentrato nel dimostrare, da una parte, la presenza di un gruppo organizzato di tifosi pronti alla guerriglia. Dall’altra a smontarla.

Davanti al collegio (presidente Giovanni Petillo, a latere, Massimigliano Magliacani e Paola Gervasoni) l’accusa ha ripercorso alcuni degli episodi che tra il 2009 e il 2012 avevano portato alla ribalta delle cronache il tifo violento della Curva. Per l’accusa «fatti pianificati» (per i quali i sei sono già stati condannati assieme ad altri tifosi) con tanto di regia. «Io spero con oggi di porre fine a questa telenovela come se fosse Beatiful, sul tifo. Questo tribunale deve avere il coraggio nel pronunciarsi, se c’è o meno associazione. Per me sì. Qui c’è stata una suddivisione di ruoli, sono state azioni criminose, con armi (bastoni e mazze, ndr), con una programmazione». A supporto della tesi, alcune intercettazioni. «Voi dovete andare in carcere con lo scontro, occorre fare violenza», le frasi attribuite al Bocia. Tra gli episodi contestati, gli scontri dopo la partita Atalanta-Inter, dopo Atalanta-Catania, la contestazione davanti alla questura dopo l’arresto del “Baffo” Palafreni, e in particolare l’assalto alla “Berghem Fest”, ad Alzano Lombardo, dove era intervenuto l’allora ministro degli Interni, Roberto Maroni per parlare della tessera del tifoso.

Per la difesa gli avvocati Andrea Pezzotta e Giovanni Petillo, che difendono Galimberti, hanno chiesto l’assoluzione. «La maggior parte delle intercettazioni si riferiscono alla partita Atalanta-Inter – ha detto Pezzotta – ma da allora, è dimostrato, non sono più accaduti fatti eclatanti. Non c’è stata continuazione, quindi non può esserci associazione».