Disordini dopo Atalanta-Inter: scarcerati gli ultimi tre ultrà

Il gip di Bergamo Marina Cavalleri ha disposto la scarcerazione degli ultimi tre ultrà bergamaschi che erano ancora in carcere dopo essere stati arrestati al termine della partita Atalanta-Inter del 16 gennaio scorso di MICHELE ANDREUCCI

Un momento dei disordini dopo Atalanta-Inter (De Pascale)

Un momento dei disordini dopo Atalanta-Inter (De Pascale)

Bergamo, 24 febbraio 2016 - Il gip di Bergamo Marina Cavalleri ha accolto l'istanza degli avvocati Andrea Pezzotta, Giovanni Adami e Federico Riva e ha disposto la scarcerazione degli ultimi tre ultrà bergamaschi che erano ancora in carcere dopo essere stati arrestati al termine della partita Atalanta-Inter del 16 gennaio scorso, durante gli scontri con le forze dell'ordine in centro. Si tratta di Adamo Cortinovis, Giacomo Dossi e Lorenzo Tascini. Per tutti la misura cautelare in carcere è stata sostituita da quella meno afflittiva degli arresti domiciliari. Devono rispondere, in concorso tra loro, di lesioni, violenza, resistenza e danneggiamento. I tafferugli erano scoppitati in strada, una vera e propria guerriglia, con l'attacco (in parte fallito a uno dei pullman dei tifosi interisti) all'incrocio tra via Angelo mai e via Taramelli e l'agguato ad una volante della polizia in via Camozzi, all'interno della quale era stato lanciato un fumogeno. Il bilancio era stato di dieci ultrà finiti in manette e di sette agenti feriti e medicati in ospedale e poi dimessi.

Un poliziotto, colpito con un violento pugno in faccia, il 17 gennaio si era presentato al Pronto soccorso in preda a giramenti di testa e malessere, oltre che al dolore per una slogatura di un polso. Secondo i vertici della questura, l'agguato agli autobus era stato pianificato e il gruppo di una quarantina di scalmanati - molti travisati e armata di fumogeni, spranghe e fuochi d'artificio - era tutt'altro che allo sbaraglio. Di certo la polizia sapeva che la partita era a rischio scontri (le due tifoserie sono storicamente rivali), tant'è vero che era stato dislocato in punti strategici del centro un numero superiore al normale di poliziotti.