Cocaina prima degli scontri allo stadio, chieste maxi pene

Il pubblico ministero ha chiesto complessivamente oltre 50 anni di carcere per i 31 imputati e almeno 170mila euro di multa

Ultras sniffano dei bagni dello stadio

Ultras sniffano dei bagni dello stadio

Bergamo, 22 luglio 2018 - Si avvia alla conclusione l’udienza preliminare sulla maxi inchiesta “Mai una gioia” relativa al presunto spaccio di droga che secondo gli inquirenti avrebbe incrociato elementi di spicco del mondo ultrà atalantino con frequentatori della movida cittadina, intrecciando gli uni con gli altri. Il pubblico ministero Gianluigi Dettori, al termine della sua requisitoria, ha chiesto complessivamente oltre 50 anni di carcere per i 31 imputati (una serie di condanne con pene da 4 anni e 4 mesi in giù) e almeno 170mila euro di multa. La decisione del gup Lucia Graziosi è attesa a ridosso di Natale, il 17 dicembre.

La mastodontica attività d’indagine è stata compiuta dalla Squadra mobile della questura di Bergamo a partire dal settembre del 2015, monitorando i movimenti di L.R., detto “Paranoia”, spacciatore e tifoso dell’Atalanta, e da lì risalendo alla rete dei contatti, degli incontri e dei traffici attorno alla cessione, all’acquisto, al consumo di droga. Come il via vai per sniffare cocaina, con almeno un centinaio di cessioni, ripreso dalle telecamere nel bagno del distributore accanto alla stadio prima di una serie di partite dell’Atalanta (tra cui quella con l’Inter del 16 gennaio 2016) tra fine 2015 e inizio 2016.

Nell'elenco capi di accusa figurano lo spaccio e la detenzione ai fini di spaccio di cocaina, marijuana, droga sintetica, ma anche la rapina di un carico di 2,5 chili di marijuana commessa ai danni di spacciatori-clienti in ritardo con i pagamenti e le estorsioni compiute grazie ai servigi di un ex pugile per convincere la vittima a rientrare del debito, versando una quota mensile. Dall’inizio del processo, alcun posizioni sono state stralciate, altre hanno scelto il dibattimento. Nel corso dell’ultima udienza sono state presentate due richieste di messa alla prova e alcune richieste di patteggiamento con pena sospesa in accordo con il pm. Il resto degli imputati ha invece scelto il rito abbreviato per poter così ottenere unosconto di un terzo sulla pena finale.