Lombardia, attesi 100mila profughi provenienti dall'Ucraina

Il governatore Fontana: ne aspettiamo uno o due per ogni residente ucraino. A Bergamo primi posti nei Covid hotel

Anche la Lombardia pronta a dare accoglienza

Anche la Lombardia pronta a dare accoglienza

Centomila profughi provenienti dall’Ucraina arriveranno in Lombardia. Tanto che - ha spiegato il governatore, Attilio Fontana - la Regione «sta predisponendo un piano». I numeri sono calcolati in rapporto ai residenti ucraini, «55mila in Lombardia» ha precisato Fontana, «uno o due persone per ogni ucraino residente. Probabilmente saranno meno, però ci dobbiamo preparare per una evenienza di questo genere». Oltre ad aver messo a disposizione gli ex Covid hotel, che sono già pronti, «stiamo facendo una ricognizione anche delle case Aler», gli edifici di edilizia popolare di proprietà della Regione, «per capire se anche in queste possano individuarsi dei luoghi di accoglienza», ha aggiunto il governatore. Il piano complessivo «ha bisogno di qualche giorno per essere messo a punto. Stiamo anche allertando tutte le ong e le associazioni di volontariato sul territorio per avere la loro collaborazione, perché come sempre nelle situazioni di emergenza sono fondamentali, ovviamente coordinati con la Protezione Civile regionale e nazionale che fa da regia». Fontana spera che non ci siano resistenze all’accoglienza: «La Lombardia ha sempre dimostrato di essere estremamente accogliente in situazioni di questo genere. Le risposte che abbiamo avuto in questi gironi sono di grandissima disponibilità. Anzi bisogna essere in grado di coordinarle». E sul piano sanitario ha ricordato che «con Soleterre stiamo organizzando la possibilità di far arrivare in Lombardia i bambini che questa fondazione sta assistendo in Ucraina, tutti malati oncologici. Ci sono già due ospedali, il San Matteo di Pavia e l’Istituto dei Tumori, pronti a ricoverarli». 

Bergamo - Il capoluogo orobico si mobilita per fornire l’assistenza e l’aiuto sanitario e sociosanitario per i profughi in arrivo dall’Ucraina. Rispondendo all’appello lanciato da Letizia Moratti, vicepresidente di Regione Lombardia e assessore al Welfare, è già stato messo a disposizione di queste persone l’ex Covid hotel La Muratella di Cologno al Serio, dove sono stati ricavati 100 posti letto. Nelle prossime ore Ats Bergamo scioglierà la riserva sulla seconda struttura di questo tipo che aprirà i battenti per accogliere gli ucraini in fuga dalla loro patria martoriata dalla guerra: sono una quarantina, uomini e donne, già accolti dalla Caritas diocesana che ha anche aperto una raccolta fondi, ma si stima che i profughi arrivati nella Bergamasca siano oltre un centinaio. Ats sta lavorando anche alla prevenzione e alla profilassi, non solo per quanto riguarda i contagi da Covid, ma anche per molte malattie infettive per le quali i profughi potrebbero non avere la protezione vaccinale. L’ultimo filone è quello del controllo e del tracciamento della pandemia, con linee tamponi da attrezzare per quanti arriveranno dall’Ucraina. Per quest’ultimo punto, si stanno valutando diverse soluzioni su dove convogliare i profughi per tracciare eventuali casi di contagio Covid:, una di queste, ritenuta probabile, è la riattivazione del punto tamponi a Bergamo in piazzale Alpini.

"Nelle prossime ore – spiega Massimo Giuppono, direttore generale di Ats Bergamo – individueremo un punto vaccinale per la somministrazione non solo di vaccini anti-Covid, ma anche per il morbillo, la difterite, la parotite, la rosolia e tutte le altre profilassi già indicate dalla Direzione generale Welfare nei giorni scorsi, proprio a tutela dei profughi che arrivano dall’Ucraina". Intanto ieri gli insegnanti della scuola primaria di Presezzo hanno organizzato una camminata per la pace lungo le vie del paese che ha coinvolto tutti gli alunni del plesso scolastico. "Oltre alla camminata – sottolinea il referente di plesso delle scuole elementari di Presezzo, Giulio Pasotti –, abbiamo organizzato anche alcune attività in classe per riflettere sul concetto di pace. Le iniziative in programma vogliono essere un segno di solidarietà per la nostra collega Yaroslava Smashnyuk e per quegli alunni che stanno vivendo in prima persona il dolore della guerra e la preoccupazione per i propri cari rimasti nella zona di guerra. E che nei giorni scorsi hanno ricevuto telefonate dai propri cari che li salutavano prima di partire per il fronte".