Uccise il vicino di casa a colpi di pistola, perito scagiona Silvana Erzembergher: "Disturbo delirante”

Treviglio, verso il proscioglimento della settantenne ora ospite in una Rems. Il difensore: storia della follia e delle sue più tragiche conseguenze

Silvana Erzembergher

Silvana Erzembergher

Treviglio (Bergamo) – Non ci sarà nessuna perizia psichiatrica. "Gli argomenti tecnici risultano sufficientemente approfonditi da parte delle tre consulenze agli atti".

La decisione ieri mattina in Corte d’assise, presieduta da Giovanni Petillo (a latere Alberto Longobardi) durante il processo per omicidio volontario aggravato a carico di Silvana Erzembergher, 71 anni, che il 28 aprile dell’anno scorso a Treviglio uccise nel vialetto del condominio con quattro colpi di pistola il vicino di casa, Luigi Casati, 61 anni. Ferì anche gravemente la moglie Monica Leoni, 57 anni, scesa in strada per soccorrerlo e che da poco ha ripreso a camminare. La richiesta di una perizia, dopo le consulenze nella fase di indagine, era stata avanzata dagli avvocati delle parti civili, Marco De Cobelli e Federico Merelli. Parti civili sono la moglie, il figlio e il fratello della vittima. Quest’ultimo ha ritirato la costituzione di parte civile e lo stesso faranno anche le altre due parti nella prossima udienza.

Dunque ci si avvia verso un proscioglimento della 71enne che si trova nella Rems di Castiglione delle Stiviere (Mantova) dove viene seguita da professionisti. Emblematica la frase pronunciata dell’avvocato Andrea Pezzotta, che assiste la 71enne: "Questa è la storia della follia e delle conseguenze tragiche a cui la follia può portare". Lo psichiatra Massimo Biza, per la difesa, ha spiegato che "anche in carcere l’imputata sentiva ancora suonare il suo campanello di casa, allucinazioni uditive". Lo stesso campanello che era convinta suonassero i vicini di casa Luigi Casati e la moglie Monica, impedendole così di dormire. Lo psichiatra ha definito l’imputata "portatrice di una patologia psichiatrica molto grave. Un disturbo delirante che la rende socialmente pericolosa e incapace di intendere e di volere. Da qui la necessità di ricoverarla nella Rems".

Durante l’udienza, il consulente ha parlato anche dei segni di un presunta "demenza in fase iniziale". All’interno della Rems, Silvana Erzembergher sarebbe apparsa ancor più "incattivita nei confronti delle sue vittime. Totalmente acritica rispetto al fatto che ha compiuto". Prossima udienza l’8 maggio per le conclusioni e forse anche per la sentenza.