Si tuffò in una fontana e rimase paralizzato, ora è in coma per una overdose di insulina

Il giovane si trovava in un centro di riabilitazione ma l'insulina non era tra i farmaci somministrati. Sospetto sui genitori, che potrebbero aver cercato di praticargli una sorta di eutanasia di Rocco Sarubbi

SIRENE SPIEGATE I soccorsi  al giovane dopo il tragico tuffo

SIRENE SPIEGATE I soccorsi al giovane dopo il tragico tuffo

Bergamo, 17 ottobre 2014 - Un'overdose di insulina in un paziente tetraplegico ricoverato in un centro di riabilitazione. è giallo sul coma di Abdelmajid Kassoudi, marocchino di 21 anni, rimasto paralizzato dopo un tuffo nella fontana del piazzale degli Alpini (l'episodio risale ai primi di giugno) per festeggiare la fine della scuola. Ora si trova ricoverato all'ospedale Papa Giovanni XXIII, e l'ultimo bollettino medico parla di condizioni stabili, ma la prognosi resta riservata. L'allarme è scattato sabato notte nel centro di riabilitazione Casa degli angeli di Mozzo, struttura gestita dall’ospedale stesso dove viene ricoverato chi deve trascorrere un periodo per la riabilitazione.

Quella sera i medici della struttura di Mozzo hanno scoperto che il ventunenne aveva una massiccia dose di insulina nel sangue. Ma l'insulina non era tra i farmaci somministrati al giovane, così come a nessuno dei degenti del reparto dov’era ricoverato. E proprio questo fatto ha messo in allarme i sanitari che hanno deciso di trasferire il giovane all'ospedale di Bergamo. Per far luce su quest'episodio il pubblico ministero della procura di Bergamo, Maria Cristina Rota, ha aperto un fascicolo contro ignoti per tentato omicidio. Nel frattempo, in attesa che venga nominato un consulente, il magistrato ha fatto sequestrare la spazzatura per vedere se all'interno del sacchetto fossero presenti delle siringhe usate per iniettare l'insulina. E certificare a che lotto corrispondono. Il sospetto di chi indaga è che qualcuno abbia volutamente iniettato il medicinale per uccidere il giovane. Nel mirino sono finiti anche i genitori del giovane, che per non vedere soffrire il figlio, destinato a una vita sulla sedia a rotelle, potrebbero aver tentato di praticargli una sorta di eutanasia. Il padre, che è diabetico e assume insulina, ha negato con forza: «Ma siamo matti? Io voglio che mio figlio viva. Io ho sempre chiesto agli infermieri cosa davano ad Abdel».