La polemica: "Treviglio non ricorda le donne"

Facchetti (Casa delle Donne) scrive al Comune: solamente 8 vie intitolate su 340

Una manifestazione della Casa delle Donne

Una manifestazione della Casa delle Donne

Treviglio (Bergamo), 19 settembre 2018 - In una lettera aperta inviata al sindaco e ai cittadini trevigliesi la ‘Casa delle Donne’ -  organismo con sede in via Matteotti e impegnato da alcuni anni nella difesa e nella promozione della donna,anche quelle maltrattate - pone all’attenzione un tema di toponomastica cittadina, per chiedere come mai non si sia intitolata ad una donna la piazzetta da poco realizzata nel centro storico e la si sia chiamata XXV Aprile. Si tratta – ricorda la nota – dello slargo aperto da poco al termine di via Matteotti, all’inizio di via XXV Aprile.

Milva Facchetti, presidente di Casa delle donne osserva: "Ovviamente, essendo molto di parte avevamo interloquito con l’amministrazione comunale perché si potesse intitolare questa piazza ad una donna" .E aggiunge: "Per i nomi di donna c’è solo l’imbarazzo della scelta: May-Britt Moser, Rita Levi Montalcini, Chieng-Shiung Wu, Florence Bascon, Frida Kalo, Golda Meir, Anna Frank, Maria Montessori, Marie Curie, Virginia Wolf e ovviamente tante altre".

La missiva affronta il tema delle denominazioni toponomastiche ricordando che da una verifica dei nomi delle vie di Treviglio emerge che "su un totale di vie e piazze che in città sono in numero di 340, solo 8 sono intitolate alle donne a fronte di 208 vie che riportano un nome maschile; le restanti vie appartengono alle categorie storiche e floreali. Anche la toponomastica ha un suo perché. A Treviglio le vie dedicate alle donne ricordano le eroine e le sante, nessuna piazza ci appartiene". Dice ancora la presidente Facchetti: "Dimenticandosi delle donne, crediamo che l’amministrazione e la giunta abbiano perso una opportunità, quella di aumentare la sensibilità ai problemi di genere, attraverso una visibilità sempre più diffusa per incidere maggiormente su un percorso di parità con gli uomini nelle intitolazioni stradali".

Casa delle Donne riconosce che "probabilmente fra i tanti problemi questo è l’ultimo. Siamo però a far presente che finché le donne, il mondo femminile, rimarranno all’ultimo posto nell’agenda politica, non si assolverà al processo di cambiamento culturale".

Nessuna risposta finora da parte del sindaco e della giunta, mentre la lettera aperta conclude: "Vi siete fatti scappare un’occasione importante, la titolazione di una via, gesto semplice, senza costi che avrebbe dimostrato una sensibilità significativa e non solo una dichiarazione di intenti e volontà che poi vanno nel dimenticatoio".