Preside senza laurea. Ma il reato ormai è prescritto

Archiviata la posizione dell'ex sindaco di Treviglio e poi dirigente del Centro salesiano Don Bosco

Giuseppe Pezzoni

Giuseppe Pezzoni

Treviglio (Bergamo), 18 novembre 2017 - Il gip del tribunale di Bergamo Vito Di Vita, su richiesta del pubblico ministero Giancarlo Mancusi, ha archiviato per intervenuta prescrizione il procedimento giudiziario della falsa laurea di Giuseppe Pezzoni, ex sindaco di Treviglio, già insegnante di lettere e poi preside al Centro salesiano Don Bosco della capitale della Bassa Bergamasca. A distanza di un anno e mezzo dall’apertura del fascicolo aperto per falso e truffa, va in archivio in questo modo la vicenda che nel settembre del 2015 sconvolse non solo i Salesiani, che con i loro legali si erano opposti all’archiviazione, ma tutta Treviglio e un bel pezzo di opinione pubblica.

Era stato lo stesso Pezzoni, su Facebook, ad ammettere di avere "uno scheletro nell’armadio", la falsa laurea. L’ex primo cittadino si era dimesso, dopo un lungo rapporto di lavoro con il Centro don Bosco che risaliva al ‘93, da supplente prima, docente a tempo indeterminato poi, infine da preside. Nel 2001, dopo un periodo di pausa, Pezzoni era tornato dai Salesiani con l’attestato di laurea, la copia conforme rilasciata dal Comune di Pagazzano e la sua vita professionale aveva svoltato. Per quanto riguarda il reato di falso, il gip - così come il pm - ha stabilito che i falsi documentali prodotti da Pezzoni e a suo favore sono prescritti, risalendo a periodi compresi tra il 2001 e il 2009 (sei anni è il termine della prescrizione).

Quanto al reato di truffa, che per il gip di Bergamo sussiste, è pure prescritto: stando all’ordinanza del gip Di Vita, la truffa "finalizzata all’assunzione ad un pubblico impiego si consuma nel momento della costituzione del rapporto impiegatizio". Quindi, nel caso in questione, nel 2001 e il reato di truffa si prescrive in sette anni e mezzo. Ai salesiani, che nella loro denuncia hanno prospettato danni per la possibile invalidità degli atti firmati dall’allora preside o il timore che le famiglie degli alunni chiedano un risarcimento, non resta che la via della causa civile per vedersi restituire i compensi versati in questi anni a Pezzoni.