Prof uccisa a Seriate, a giudizio il marito. Il legale: "Daremo battaglia"

Gianna Del Gaudio venne sgozzata in casa tre anni fa. I figli convinti dell'innocenza del padre

Antonio Tizzani (al centro) arriva in Tribunale con i due figli

Antonio Tizzani (al centro) arriva in Tribunale con i due figli

Bergamo, 12 luglio 2019 - Antonio Tizzani rinviato a giudizio per la morte della moglie. A tre anni dai fatti, ci sono dunque gli elementi per istituire un processo con l’accusa di omicidio. Così ha deciso, dopo la discussione in udienza preliminare a porte chiuse, il gup di Bergamo, Lucia Graziosi. A partire dal 4 dicembre l’ex ferroviere sarà imputato, con rito ordinario, per l’omicidio della moglie, la professoressa Gianna Del Gaudio, 63 anni, trovata morta a causa di una coltellata alla gola nella villetta a schiera di piazza Madonna delle Nevi, a Seriate, grosso centro alle porte di Bergamo, la notte tra il 26 e il 27 agosto del 2016.

Ieri mattina l’uomo, 71 anni, si è presentato in tribunale a Bergamo per l’udienza preliminare. È spuntato in via Borfuro alle 11.20 accompagnato dal proprio avvocato, Giovanna Agnelli e dai figli, Paolo e Mario. Dopo oltre quattro ore di udienza il verdetto, con Tizzani e i figli che sono usciti da una porta secondaria del tribunale, senza rilasciare nessun commento. Parla per loro la legale: «Eravamo preparati al rinvio a giudizio, in aula daremo battaglia». Respinte le due eccezioni presentate dalla difesa. La prima riguardava il Dna (insieme a un’altra traccia genetica ignota) trovato sul cutter che per l’accusa sarebbe l’arma del delitto e rinvenuto circa tre mesi dopo l’omicidio in un sacchetto di plastica nascosto in una siepe, a cinquecento metri dalla casa di via Madonna delle Nevi. Per il legale quella prova sarebbe stata raccolta senza avviso, e quindi non utilizzabile. Non così per il giudice. L’altra istanza rigettata riguarda invece le interviste rilasciate da Tizzani a giornali e tv e acquisite secondo la difesa in violazione alle norme del codice. Anche perché l’indagato l’unica volta che si è presentato in procura si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per l’accusa, invece, quelle interviste sono attendibili. Entrambe le eccezioni saranno ripresentate.

Dopo un periodo trascorso altrove, l’ex ferroviere - unico indagato a piede libero per l’omicidio della moglie - è tornato ad abitare nella villetta a schiera, dove sono comparse sbarre di metallo alle finestre e alle porte. Tizzani si è sempre dichiarato innocente. Agli inquirenti aveva raccontato che quella sera era uscito in giardino per gettare l’immondizia e aveva visto un uomo incappucciato fuggire dalla porta-finestra della cucina, dove pochi istanti dopo avrebbe trovato la moglie riversa agonizzante a terra, con la gola aperta e in un lago di sangue. Ma il racconto dell’ex ferroviere non ha mai trovato dei riscontri, nemmeno nelle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. Nessuno quella notte ha mai visto il misterioso incappucciato. Molti, invece, hanno raccontato che la coppia litigava spesso.