Tentato omicidio Il legale Tarotelli verso il processo

Chiusa l’inchiesta sul grave episodio di Berbenno Intanto uno dei due avvocati ha rimesso il mandato

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L’avviso di conclusione indagini, l’atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio della Procura, è arrivato a destinazione una quindicina di giorni fa.

E, nella mattinata di venerdì, l’indagato con le accuse di tentato omicidio della compagna che voleva separarsi e sequestro di persona della loro figlioletta, Riccardo Tarotelli, avvocato residente a Berbenno, ha chiesto e ottenuto di essere sottoposto a interrogatorio, come suo diritto. Ma, al termine dell’inchiesta di cui è titolare il sostituto procuratore Stefano Latorre, c’è un colpo di scena. L’avvocato Francesco Romualdi del Foro di Sondrio ha rimesso il mandato.

Cosa è successo ? Probabilmente ci sono state delle divergenze piuttosto marcate, fra il professionista e il suo assistito, di professione legale pure lui, prima di autosospendersi dall’Ordine nei mesi scorsi, dopo l’arresto operato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Sondrio, divergenze sulla linea difensiva da adottare, da qui in poi.

A quel punto Romualdi, per evitare di entrare in rotta di collisione con il suo cliente, ha preferito rinunciare all’incarico.

Nel fine settimana, all’interrogatorio a Palazzo di giustizia nel capoluogo valtellinese, era infatti presente soltanto l’altro avvocato di fuori provincia, Marco Lamberti del Foro di Roma. Non si conosce, al momento, il contenuto del lungo interrogatorio, protrattosi per diverse ore.

È possibile immaginare che Tarotelli abbia ribadito con forza che lui, la sera del 26 giugno di un anno fa, non abbia avuto l’intenzione di uccidere la convivente 29enne Jessica Maurovich, ex pallavolista professionista originaria di Trieste, conosciuta qualche anno prima sui campi di gioco essendo lui un tecnico di volley in Valtellina.

"Ritenevo che l’arma fosse scarica, i proiettili sono partiti per sbaglio", aveva detto in passato. La giovane fu colpita al petto e al collo, da distanza ravvicinata, da una pistola Smith&Wesson, regolarmente detenuta e poi sequestrata dai carabinieri accorsi in località Piasci, a mezza costa fra i vigneti di Berbenno, e poi ai 1100 metri della località Prati di Gaggio, a Monastero. Qui il 41enne sparatore si era rifugiato nella baita di famiglia, per poi consegnarsi ai militari dopo il fattaccio. E l’avere portato via dall’alloggio di Piasci la bimba minorenne - a suo parere - si giustifica con la volontà di proteggerla, per impedirle che potesse vedere la mamma gravemevente ferita, prima dell’arrivo dei soccorritori. Oggi la madre sta fortunatamente meglio, sta affrontando un non facile percorso di recupero, anche se c’è il rischio che possa avere subito dei danni permanenti all’udito. © RIPRODUZIONE RISERVATA