Auto nel lago a Tavernola Bergamasca: mille ostacoli per l’autopsia sul cadavere

C'è la possibilità che non si riesca a dare un nome al cadavere trovato all’interno della Ford Fiest e intestata a Rosario Tilotta, scomparso da Scanzorosciate nel 2004

Le operazioni di recupero dell'auto dal lago

Le operazioni di recupero dell'auto dal lago

Tavernola Bergamasca (Bergamo), 21 settembre 2019 - C'è la possibilità che non si riesca a dare un nome al cadavere trovato all’interno della Ford Fiest e intestata a Rosario Tilotta, scomparso da Scanzorosciate nel 2004. L’auto è stata recuperata a ottanta metri di profondità nelle acque del lago d’Iseo a Tavernola Bergamasca. Gli esperti dell’istituto Labanof di Milano, guidati dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, hanno spiegato di non avere mai lavorato su una salma in quelle condizioni. La particolarità sta nel fatto che dopo 15 anni in fondo al Sebino, al freddo e con i sali minerali presenti, il corpo si è solidificato. L’esame autoptico, iniziato nei giorni scorsi, si è rivelato così più complicato del previsto, tanto che è stato necessario utilizzare delle apposite seghe, vista la durezza dei tessuti. Vista la complessità, ci vorrà tempo.    Una piccola sezione del cadavere è stata prelevata e inviata ai Ris di Parma, per estrarre il Dna e poi confrontarlo con quello del fratello di Tilotta, Diego, e capire se si tratta proprio di Rosario. Nel frattempo i carabinieri del comando di Bergamo, guidati dal colonnello Paolo Storoni stanno seguendo anche altre piste nel tentativo di dare un nome alla vittima. Ad esempio sono state sequestrate le cartelle che l’allora cinquantanovenne presentò all’Inps per ottenere la pensione, che tra l’latro gli era stata negata pochi giorni dopo la sparizione. L’obiettivo è capire se ci sono referti medici per arrivare a un particolare fisico di Tilotta, come l’impronta mandibolare, per compararla con quella della salma. Al momento non è ancora stato possibile capire se sono presenti tracce di violenza. Sulle cause del decesso restano quindi aperte tutte le piste: dall’omicidio, con il fascicolo a carico di ignoti aperto dal pubblico ministero Giancarlo Mancusi, all’incidente, fino al gesto estremo. Sarà eseguita anche una perizia cinematica sulla dinamica che ha portato l’utilitaria a finire nel lago. Nel frattempo la moglie di Tilotta, Elva Kurti, albanese di 44 anni, che ora vive in Montenegro, è pronta a spiegare cosa avvenne quindici anni fa, quando con un mese di ritardo denunciò la sparizione del marito per poi lasciare l’Italia.