Tangente per Foppolo "Ex senatore agiva per il proprio interesse"

Condannato per corruzione: a rischio il paesaggio

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Di quella sentenza, pronunciata il 21 luglio dal giudice Bianca Maria Bianchi dopo sei ore di camera di consiglio, che ha condannato in primo grado a cinque anni per corruzione l’ex senatore di Forza Italia, Enrico Piccinelli (foto), 57 anni, ora si conoscono le motivazioni. Piccinelli era imputato per una tangente da 275mila euro, che le pm Silvia Marchina e Carmen Santoro ritengono abbia percepito tra la fine del 2013 e l’autunno 2014, quando i fratelli Boccolini, con il ruolo di collegamento, proponevano (o comunque inducevano a) all’allora sindaco di Foppolo, Giuseppe Berera a corrispondere una somma di denaro a titolo di tangente all’ex senatore, denaro erogato da alcuni imprenditori della zona interessati al Pgt di Foppolo. I soldi 480mila euro per agevolare la pratica. Una parte sarebbe finita a Piccinelli nella veste di (allora) assessore provinciale all’Urbanistica e finalizzato a sbloccare i Pgt di Foppolo e Valleve con le loro cubature stratosferiche, oltre ogni limite di legge. Gli avvocati difensori Mauro Angarano e Gianluca Quadri avevano invece chiesto l’assoluzione, sostenendo che gli accusatori avevano speso il nome dell’allora parlamentare a sua insaputa. Parte civile il comune di Foppolo. Per il tribunale, si legge nelle motivazioni, "Piccinelli ha piegato la sua funzione pubblica al proprio personale interesse economico prestandosi a favorire un Piano di governo del territorio che avrebbe gravemente compromesso ambiti di elevata naturalità e pregio ambientale, danno che solo grazie a eventi sopravvenuti, imprevedibili al momento della conclusione dell’accordo corruttivo (primo fra tutti l’entrata in vigore della legge regionale sul consumo del suolo) non si è realizzato". F.D.