Stupro in agriturismo a Bergamo, pena confermata al titolare

La Cassazione: 6 anni e mezzo per la violenza alla donna che lavava i piatti

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La Cassazione ha confermato la condanna a sei anni e mezzo, senza concessione delle attenuanti generiche, per un imprenditore della Valle Seriana, P. R. di 47 anni, titolare di un avviatissimo agriturismo con ristorante e produzione agricola, per aver violentato la donna che si occupava di lavare i piatti dell’attività ricettiva. Rivolgendosi a lei aveva detto: "Se ci stai ti faccio il contratto". La vittima era stata colta di sorpresa alle spalle mentre si stava cambiava nello spogliatoio riservato al personale. L’episodio è del novembre 2017. La vittima è stata sostenuta da assistenti sociali e personale medico nel suo percorso verso la denuncia. L’imputato ha sempre sostenuto che si era trattato di "un gesto occasionale". Parole che non hanno fatto breccia alla suprema corte. A causa della violenza sessuale, la dipendente era stata ricoverata in ospedale due mesi. Il difensore dell’imprenditore aveva chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche. "Avrebbero potuto essere riconosciute - ha sostenuto il legale - in considerazione dello status di incensurato dell’imputato, la cui condotta di vita precedente al fatto è stata sempre inappuntabile, essendosi in presenza di un gesto occasionale, compiuto da un onesto lavoratore e da un padre di famiglia sempre rispettoso delle regole".

Per la Cassazione invece, il rifiuto dei giudici di merito di concedere le attenuanti con relativo sconto di pena, è una decisione corretta "per l’assenza di elementi suscettibili di positiva considerazione, a fronte del disvalore della vicenda insito nel fatto che l’imputato ha compiuto una condotta illecita approfittando di una situazione lavorativa in cui egli si trovava in una posizione sovraordinata, essendo il datore di lavoro della persona offesa". Confermato dalla Cassazione anche il risarcimento del danno stimato in in 45mila euro. F.D.