Studio e lavoro, ecco il modello Bergamo per i richiedenti asilo

Progetto sperimentale con i profughi: "Saranno autonomi e utili alla città"

NOVITÀ Sotto il sindaco Giorgio Gori il presidente di Confindustria Stefano Scaglia e il vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi

NOVITÀ Sotto il sindaco Giorgio Gori il presidente di Confindustria Stefano Scaglia e il vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi

Bergamo, 19 ottobre 2018 - Di certo non è il caso Lodi. Ma non è neppure Riace, il borgo calabrese dove si è praticato «un modello dell’integrazione non ripetibile altrove». L’esperimento che comune di Bergamo, Diocesi e Confindustria hanno attuato è, invece, facilmente replicabile in altri territori. «Intende dimostrare che esiste la possibilità di sviluppare un nuovo sistema di accoglienza basato su formazione, rispetto delle regole e lavoro, che sono gli elementi fondamentali». Parole del sindaco Giorgio Gori alla presentazione dell’Accademia per l’integrazione, un progetto made in Bergamo per favorire l’autonomia e il pieno inserimento dei richiedenti asilo attraverso il lavoro. Un obiettivo che si può raggiungere senza spese aggiuntive (oltre ai 35 euro a persona al giorno assegnati alle strutture che ospitano i migranti). Il piano è stato presentato al Centro Congressi Giovanni XXIII: oltre a Gori (che già dato la sua disponibilità a ricandidarsi alla guida della città per altri cinque anni), erano presenti il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, e il presidente di Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia.

La realizzazione, affidata all’associazione Diakonia onlus, a Caritas e alla Cooperativa Ruah, riguarda inizialmente 30 richiedenti asilo, ma entro fine novembre diventeranno 60. Per gli stranieri che hanno aderito volontariamente al progetto la vita è cambiata radicalmente: sveglia alle 6.30 per essere pronti dopo aver pulito la struttura che li ospita (attualmente i 30 sono a Urgnano e da lunedì al Gleno, in città), poi tre ore quotidiane di lezione di italiano, seguite da un’ora di laboratorio professionale. Dalle 14 alle 18 l’attività di volontariato li vede impegnati nella pulizia dei parchi, delle strade, nella manutenzione delle piste ciclabili, nel censimento dello stato delle strade (segnalando buche, marciapiedi malridotti, segnali in cattivo stato). Dopo cena, fino alle 22 studio individuale o di gruppo. Il programma si ripete dal lunedì al sabato alle 16. I primi sei mesi saranno dedicati all’insegnamento della lingua italiana per portare i richiedenti asilo a livello A2, nel terzo trimestre si svolgerà la formazione professionale affidata a Abf. Al termine del percorso saranno attivati tirocini con possibilità di assunzione da parte delle imprese che aderiscono a Confindustria, per il momento una decina.

Nella Provincia di Bergamo, dove il tasso di disoccupazione è uno dei più bassi d’Italia (4,2 % fonte Istat 2017), «diverse imprese manifatturiere e artigianali faticano a trovare manodopera specializzata – ha sottolineato il presidente di Confindustria –. Il nostro impegno è fornire indicazioni sui fabbisogni formativi delle imprese e per segnalare alle proprie associate i nominativi di quanti hanno concluso positivamente il percorso». Il progetto è seguito stabilmente da tre educatori, due operatori e due coordinatori della Cooperativa Ruah, due insegnanti ai quali si aggiungono formatori specializzati.