Gioielli presi coi soldi del Comune, la contabile infedele deve pagare

Stezzano, la Corte dei Conti: danni d’immagine per 400mila euro

Uno scatto ripreso dalla Guardia di Finanza: la contabile è impegnata nello shopping personale

Uno scatto ripreso dalla Guardia di Finanza: la contabile è impegnata nello shopping personale

Stezzano (Bergamo), 12 ottobre 2017 - Nuovi guai per Loredana Zenca, 60 anni, ex responsabile dei servizi amministrativi del Comune di Stezzano, finita in cella il 2 novembre 2013 con l’accusa di peculato (poi venne scarcerata). Ora la Corte dei Conti le presenta un conto di 400mila euro per il danno di immagine provocato al Comune per cui lavorava. Nel corso di accertamenti di routine, la Guardia di Finanza di Treviglio aveva scoperto che dal conto corrente della Banca della Bergamasca di Zanica, intestato all’amministrazione comunale di Stezzano, nell’arco di due anni erano partiti 44 bonifici sospetti, per un totale di 130mila euro. Tutti bonifici con una causale generica: «Erogazione di beni e servizi». E tutti a favore della gioielleria «Ore e Ori» del centro commerciale Le Due Torri di Stezzano, dove la donna era solita acquistare gioielli. Successive indagini avevano consentito di portare a galla un’altra lunga serie di bonifici sospetti in uscita dal conto corrente del Comune di Stezzano, per un totale di circa 900mila euro.

Dopo aver patteggiato in sede penale, il 6 novembre 2014, una pena a 2 anni e 4 mesi, adesso per l’ex responsabile del settore contabilità e tributi del Comune di Stezzano arriva una stangata amministrativa. La Corte dei Conti della Lombardia, presieduta dal giudice Silvano Di Salvo, accogliendo il ricorso dell’amministrazione comunale stezzanese, rappresentata dagli avvocati Ernesto Tucci ed Ermanno Baldassarre, ha condannato Loredana Zenca al pagamento di 400.000 euro a favore del Comune bergamasco come risarcimento del danno di immagine arrecato con il suo comportamento. Il risarcimento è relativo all’acquisto dei gioielli e di una serie di mobili per sè con il denaro pubblico.

Secondo i giudici della Corte dei Conti è stata accertata la «sussistenza dei fatti illeciti attribuiti alla convenuta, e la loro giuridica qualificazione intervenuta in sede penale appare inconfutabile». Oltre ai soldi spesi in gioielleria, nell’inchiesta contro la Zenca c’erano anche i circa 30mila spesi in arredamento da un mobiliere e i 90mila euro frutto di una presunta spartizione con l’ex comandante della polizia locale di Stezzano, Kenrich Kavanagh (che ha provveduto a restituire 116mila euro e che ha sempre sostenuto di aver agito spinto da necessità economiche). L’ex contabile, dopo la scoperta dei bonifici sospetti da parte della Guardia di Finanza di Treviglio, era stata arrestata in flagranza proprio il 2 novembre 2013 mentre usciva dalla gioielleria del centro commerciale le Due Torri di Stezzano con una collana da 1.800 euro. Nella sua abitazione erano stati successivamente rinvenuti numerosi altri monili. L’impiegata aveva ammesso l’addebito, spiegando di aver agito per una sorta di rivalsa contro il sistema, che attribuisce a impiegati come lei eccessive responsabilità in termini di contabilità e conseguenti stati di ansia, con cui era diventato sempre più difficile convivere. Le vicissitudini giudiziarie della ragioniera non sono comunque finite. Dopo il patteggiamento per l’acquisto di gioielli e mobili, infatti, attualmente Loredana Zenca è ancora sotto inchiesta per gli altri bonifici sospetti, che assommano in tutto a circa 800mila euro.