"Lo spopolamento va fermato": c’è il marchio Colli di San Fermo

II brand alimentare depositato alla Camera di Commercio da cinque aziende agricole e Coldiretti

Chiara Consoli, imprenditrice agricola dei Colli di San Fermo

Chiara Consoli, imprenditrice agricola dei Colli di San Fermo

Grone (Bergamo), 22 gennaio 2021 -  Valorizzare il territorio ed evitare lo spopolamento della zona, un problema che da tempo assilla quest’area e le zone montane della Bergamasca. Per questo motivo il Comune di Grone, cinque aziende agricole locali e Coldiretti hanno deciso di lanciare un’iniziativa importante, e cioè depositare alla Camera di Commercio di Bergamo il nuovo marchio alimentare dei “Colli di San Fermo”, uno dei luoghi più conosciuti e amati del territorio in questione, la Valle Cavallina: il contrassegno verrà messo sulle etichette di formaggi, salumi e carni rigorosamente locali.

"Il marchio - spiega Chiara Consoli, imprenditrice agricola dei Colli di San Fermo - non è stato ancora pubblicizzato, ma ci stiamo lavorando. Cercheremo di sfruttare bandi per predisporre cartelli e quant’altro possa servire per attirare l’attenzione dei visitatori e non solo". Intanto, però, i prodotti delle aziende agricole che hanno aderito al progetto hanno iniziato a riportare il marchio, o in etichetta o, come nel caso dei formaggi, inciso sopra direttamente. Sottolinea il sindaco di Grone Enrico Agazzi: "Abbiamo un interesse diretto a che le aziende rimangano sul nostro territorio, e sui Colli di San Fermo in particolare. Oltretutto, mantenere quell’area molto estesa, per il municipio sarebbe difficilissimo. Se però gli agricoltori lavorano in loco, e prosperano, la manutenzione la fanno loro, rendendo sicura e godibile la zona. Ecco perché l’amministrazione comunale si sta attivando per favorire questa importante iniziativa".

La catena di distribuzione, per quanto limitata, è già in funzione, dato che tre delle cinque aziende agricole che hanno ideato il progetto con il Comune di Grone e la collaborazione di Coldiretti si occupano della realizzazione di formaggi: il ritorno economico, per ora, non si è fatto sentire in modo tangibile, anche per le dimensioni contenute delle realtà coinvolte. Ma, ricordano i titolari delle aziende coinvolte, siamo solo all’inizio e la gamma di prodotti riuniti sotto il nuovo simbolo è molto ampia: formaggi, stracchini e formaggelle, certo, e salumi e carni al momento, con la possibilità di includere miele, ortaggi e frutta. "Era da un anno e mezzo che tra noi imprenditori agricoli parlavamo di riunirci in questo modo - precisa Chiara Consoli -. Poi purtroppo è arrivata l’epidemia. L’idea ci è venuta guardando al marchio della formaggella di Bossico e a iniziative simili in Valle Seriana".