Caravaggio, sparatoria in sala slot: un omicidio con radici lontane

Gli inquirenti non credono alla sola lite tra fratelli

l momento in cui Maurizio Novembrini fa fuoco contro il fratello Carlo e la compagna

l momento in cui Maurizio Novembrini fa fuoco contro il fratello Carlo e la compagna

Bergamo, 7 aprile 2018 - «Sta emergendo un quadro interessante», il comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo, Paolo Storoni, dà più forza alla voce quasi a sottolineare la frase. L’omicidio Novembrini può portare a ulteriori sviluppi, potrebbe andare ben oltre la motivazione della “lite familiare”. Quello dei Novembrini è un clan familiare allargato. Sono otto fratelli, alcuni sono ancora a Gela, altri, nel corso degli anni, si sono trasferiti al Nord, approdando a Treviglio, Bassa Bergamasca. Tra coloro che hanno intrapreso il viaggio ci sono anche Carlo e Maurizio, vittima e assassino. Nella Bassa vive un terzo fratello, che allo stato non ha nulla a che fare con questa storiaccia.

Passato burrascoso, carriere pericolose, con un legame al clan Madonia, mafia siciliana, che a Gela aveva fatto molte vittime, entrambi con un passato di misure di prevenzione, Carlo - la vittima - aveva anche un divieto di soggiorno al sud datato 1991, e un obbligo di soggiorno a Bergamo revocato nel 2000. Era stato giudicato in passato anche per associazione mafiosa. Nel carcere di via Gleno, a Bergamo, aveva scontato un residuo pena. Uscito nel luglio del 1999, è restato qui. Un primo legame sentimentale (da cui è nato il figlio che ora ha 27 anni), una seconda compagna, e da cinque anni conviveva con Maria Rosa Fortini in una casa di Sergnano.

Maurizio Novembrini, padre di due figli, disoccupato, era in pianta stabile a Treviglio: abitava in un condominio Aler di via Bosco. Ha precedenti per droga, furto, ricettazione, niente 416 bis, era stato sorvegliato speciale, misura revocata nel 2007. Pesa l’ombra della mafia su questa doppia esecuzione. Resta in piedi la pista familiare, ma si indaga anche sugli affari del clan. Gli investigatori si stanno concentrando sulle figure di Carlo e Maurizio, partendo dal loro passato farraginoso per cercare di capire il presente. Si riavvolge il nastro partendo dalla Sicilia: ieri i carabinieri di Treviglio hanno sentito alcuni parenti dei due fratelli arrivati dall’isola. Qualche altro particolare potrebbe emergere stamane dall’interrogatorio di convalida del fermato.